Inchieste
Ormai la conoscono in tanti, ma chi è Maurizio Patriciello?
Un prete che fa il parroco qui da
venti anni.
Da dove proviene?
Sono di Frattaminore, un paese qua
vicino.
Da quando è prete qui a Caivano?
Da vent’anni, da quando sono stato
ordinato sacerdote, io sono di vocazione adulta, sono entrato in
seminario a trent’anni, ero un caporeparto di un ospedale.
E quando ha iniziato a dedicarsi al tema
degli sversamenti e roghi di rifiuti tossici?
Da diversi anni. Visto che scrivo
per «Avvenire», ne ho scritto già tante volte, e poi anche qui in
parrocchia ne abbiamo parlato tanto. In senso “totale”, è un paio di
anni, perché la situazione era diventata proprio insopportabile, e
non se ne poteva più. Fino ad allora avevo pensato che, bene o male,
coloro che ci governavano stessero facendo il proprio dovere. Ho
sempre avuto una grande fiducia, ed un grande rispetto per le
istituzioni. Poi è successo che negli ultimi anni proprio non se ne
poteva più per quanto riguarda soprattutto i roghi tossici e
quest’odore acre che arrivava proprio fino alle case. E quindi ho
incominciato ad andare dal Sindaco, e dai Carabinieri, per vedere
loro che cosa stavano facendo, e mi sono reso conto che stavano
proprio a zero. Ed allora ho capito che bisognava andare al di là di
loro. Ricordo proprio una cosa, un momento emblematico: ero in una
caserma dei Carabinieri, c’era il Maresciallo quella sera, ed io ho
detto: «Maresciallo, ma non vedi?che cos’è questo fumo? Se t’affacci
dalla caserma lo vedi anche tu, che cosa sta succedendo!». E lui
m’ha detto: «Padre Maurì, qua siamo tre persone: io, un altro che è
andato in una piazza a Caivano perché hanno fatto una rapina, ed un
altro che sta in prefettura a Napoli». Ed allora quando ho sentito
questo, non ho neanche commentato. Gli ho dato la mano, così! (fa
il gesto di una stretta di mano) E lui ci è rimasto. Io mi sono
detto, ma che ci sto a fare qua? Ed abbiamo incominciato logicamente
a fare altre cose.
Lei qui al Parco Verde ha accolto i
politici di tutti gli schieramenti anche se appunto come diceva
lei...
Non i politici: quando un politico
diventa un ministro non è un politico, ma è un ministro: è diverso!
Io non ho mai accolto politici.
Politici nel senso di persone delle
istituzioni, in questo senso intendevo. Diciamo che i loro
schieramenti, e loro stessi prima di diventare ministri, hanno fatto
parte di una classe dirigente che ha chiuso gli occhi ed il naso in
questi anni. Come mai lei li ha accolti qui?
Per quanto mi riguarda le mie idee
sono abbastanza semplici: noi ci troviamo di fronte ad un problema
dalle dimensioni immani, che deve essere risolto, perché questo
problema ambientale si ritorce sull’economia, sull’agricoltura, e
soprattutto sulla salute. Come facciamo per eliminare questo
problema? Quali sono gli strumenti che noi abbiamo? Io ho
incominciato con ritardo, ma prima di me c’erano già tanti piccoli
gruppi e gruppetti di persone serie ed oneste che ci hanno lavorato.
Però è successo qualche volta qualche cosa? No, mai. Io sono un
prete, sono un pacifista logicamente. Davanti a me, che cosa ci sta?
Proprio venerdì scorso[2]
è successo poi una cosa proprio con Caldoro: non so se hai visto
quella scena?
Certo, le proteste contro il presidente
della Regione, Caldoro, qui fuori. Cos’è accaduto dal suo punto di
vista?
Ciò che ho detto sempre a tanti
giovani, è che possono avere anche le loro idee. Ma secondo me per
cambiare uno stato di cose, questo me lo insegna la storia, ci sono
solamente due vie: la rivoluzione ed il dialogo con le istituzioni.
Ora, la rivoluzione: io dico sempre, ma avete le armi? Avete gli
uomini? Siete disposti a morire? Siete disposti al martirio? Avete i
soldi? La rivoluzione si fa con le armi, con gli uomini, con i
soldi: non è come fate voi che si fa! Mi pare che qualcuno stia
confondendo il computer e facebook, con la rivoluzione.
L’altra strada qual’è? Il dialogo. E con chi? Con chi governa.
Allora tu dici: ma vai a dialogare con chi ci ha avvelenato? Intanto
non è proprio la verità. Tu pensa solamente ad esempio ai ministri
di oggi. Tu pensa ad Orlando, ed all’età che c’ha Orlando. Tu pensa
alla De Girolamo, ed all’età che c’ha la De Girolamo. Quando hanno
incominciato ad avvelenare le nostre terre io penso che la De
Girolamo stava alle scuole materne, per cui il problema è più
complesso, voglio dire. Ed allora io dico: cambiano gli uomini,
cambiano le sensibilità, cambiano le strutture, cambiano tante cose,
per cui io ho fiducia che qualche cosa si faccia. Però se uno dice:
«e se poi non succede niente?». E non lo so. Se non succede niente
veramente siamo rovinati. Perché il giorno in cui calerà il sipario
su questa nostra situazione ed i mass media si stancheranno di
parlare di noi, allora veramente è finita! E non penso che coloro
che adesso si mettono a gridare «Caldoro fai schifo», faranno
qualche cosa in più.
Secondo anche la mia analisi, che ho
espresso anche nella mia inchiesta uscita sullo scorso numero[3],
è evidente che ci sia un accordo a livello nazionale di sversamento
di rifiuti industriali...
Certo! Certo!
Ed io, da attivista, ho paura di questo
patto di ferro tra politica, alta industria, massonerie e clan per
smaltire i rifiuti industriali che vanno da qualche parte. Non la
spaventa?
Io mi sono sempre rifiutato di
credere al grande vecchio che sta là a manovrare le marionette.
Credo che ci siano parti dello Stato che sono colluse, corrotte,
ignave. Su questo non ci sono proprio dubbi. Io poi conosco molto
bene come funziona la cosa pubblica. Faccio un esempio. Io sono
stato chiamato alla Commissione ambiente del Senato, e sono andato
là a Roma, ed ho parlato. Dopo un mese vengo chiamato alla
commissione ambiente della Camera, e sono ritornato per dire le
stesse cose. Domanda: era così difficile dal Senato passare queste
cose alla Camera? Eccolo qua! Succede? Non succede! Polizia e
carabinieri... Non sempre le notizie che ha la polizia le passa ai
carabinieri, e viceversa. Per mille motivi. Ci sono le miserie
umane, per esempio ci sono operazioni che hanno come fine il
successo, per prendersi la gloria. Ci sono questioni di pigrizia...
Ma io so che ci sono stati tanti industriali che sono stati
disonesti, ed hanno approfittato della nostra situazione di povertà,
di camorra, di un sistema di cose, per intervenire. So che tanti
politici hanno dato man forte, qui sta il problema che ci sta adesso
tra mafia e Stato. D’altronde il sistema democratico sembra il
migliore dei sistemi diceva qualcuno, però c’ha il suo prezzo da
pagare. Insomma, i voti si contano, non si pesano. Per cui il voto
di un politologo vale tale e quale al voto di una persona, che va là
e vota, così. Ora i voti della camorra dove vanno? I voti della
mafia dove vanno? Ci sono proprio dei depositi di voto. È normale
che la mafia voti per chi le promette qualche cosa. È normale che la
camorra sposti i voti per gli stessi motivi. È quindi è normale che
noi ci troviamo in questi palazzi alcune delle persone che non
stanno là per tutelarci, e che dobbiamo temere. Ma questo penso
credo sia un’analisi più che elementare, e che conoscono tutti. Però
da qua ad arrivare al grande vecchio che dica «la Campania deve
diventare la pattumiera d’Italia», e quindi decidiamo che tutta
l’industria del Nord deve lavorare in un certo modo per sversare in
Campania, io a questa cosa qua, per la verità, non ci credo.
No, io mi attenevo proprio agli atti
giudiziari. Il commissario Mancini, della Criminalpol, ad esempio
raccontava di alcune intercettazioni di Cipriano Chianese, e di
collegamenti fino a Licio Gelli…
Pensa che nel ‘94 Cipriano Chianese
s’è candidato con Forza Italia. Pensa che se fosse riuscito ad
essere votato l’avremmo avuto senatore o deputato. Ed era
l’onorevole Cipriano Chianese. Poi invece adesso[4]… ma tutto questo noi
lo sappiamo. Ma io continuo a credere che ci siano delle forze buone
che devono emergere, e che dobbiamo mettere insieme i buoni. Io vado
da convegno a convegno, e quante volte ho sentito dire dai
magistrati: non pensate che la magistratura possa risolvere tutto. È
questo è vero! La magistratura arriva quando il guaio già è fatto,
sennò non arriva. Scusami!
E dopo parecchio tempo!
E dopo parecchio tempo. E quindi nel
momento in cui ci rendiamo conto che tutti quanti insieme:
magistratura, giornalismo, la scuola, le agenzie educative, la
politica dobbiamo fare qualche cosa, in quest’armonia, io ci vedo
anche il contributo proprio di questa democrazia attiva. Di questa
cittadinanza attiva del volontariato, che è stupendo: quando anche
il volontariato non si lascia strumentalizzare. Quello è il
problema! Vedi che sta succedendo adesso con i forconi. Alla fine
s’intromette qualcuno, e ti rovina tutto. E basta poco... Guarda la
mattina che è venuto Caldoro qua, ha chiesto a me di venire qua, e
io non gli ho dato risposta. Ho parlato con il Coordinamento
Comitati Fuochi, ed abbiamo deciso che Caldoro dovesse venire.
Abbiamo stilato un documento scritto condiviso da tutti: quindi il
massimo della democrazia. Caldoro viene, ed è accolto. Parlo io, e
già gli dico le cose, non è che gliele mando a dire. Poi parla lui.
Poi parla Marfella. E poi la parola viene data a tutte le persone,
che chiedono la parola. Sono talmente tante le cose dette che
Caldoro si riserva di rispondere per iscritto. La risposta è
arrivata ieri[5]. Esce da qua
Caldoro. Un agguato. Io l’ho visto così: proprio un vero e proprio
agguato. Alcuni giovani, di altri gruppi, che però con i nostri
gruppi erano alleati: e quindi è una questione proprio di lealtà.
Alcuni sono mascherati con la sciarpa che gli copre il volto, con il
cappuccio che gli copre la testa, ed incominciano a gridare:
«Caldoro sei complice! Caldoro fai schifo!» Questa è una cosa, che
non potrò accettare mai. Mai, mai, mai! Poi dico io: lo volete fare?
Ma Caldoro ogni giorno sta in Regione, perché non andate in Regione?
Perché venire in una parrocchia? Lo sapete che mi create problemi.
Io sono un prete, sono un parroco, dietro di me ci sta il Vescovo.
Ci sta la Chiesa che sta dando un contributo, e «Caldoro fai
schifo!», cioè poi tu ti copri il volto, e quindi la responsabilità
alla fine diventa mia. Insomma dico a me sembra proprio una
vigliaccata! Ma chiunque l’avesse fatto. Guarda l’avesse fatto mia
madre, io avrei detto la stessa cosa. E se anziché Caldoro c’era
l’ultima delle prostitute, io avrei fatto la stessa identica cosa:
cioè cacciarli fuori. Perché non penso che questa gente qua
risolverà i problemi d’Italia, non ci credo proprio. Assolutamente
proprio! Allora quel giorno Caldoro venne la mattina qua, alle dieci
e mezza stava al Monaldi, e la sera stava a Portici con il Movimento
5 Stelle. Al Monaldi non è successo niente, con il Movimento 5
Stelle non è successo niente, la mattina qua venite a fare questa
cosa. Allora mi domando: «Che cosa avete in testa ragazzi?». E poi
vuoi dire «Caldoro fai schifo», io sono un uomo dell’altra
generazione, glielo devi dire a faccia scoperta, e devi avere il
coraggio di farlo, non è che ti copri il volto: perché? Perché se
poi la polizia l’avesse voluto arrestare, sai quanta polizia in
borghese ci stava quella mattina qua? C’era più polizia in borghese,
che persone. Allora dico a che cosa serve questo? Ecco questa è la
mia domanda. Cioè quando io faccio un’azione, faccio un’omelia,
faccio una cosa, mi chiedo dove voglio arrivare? A che cosa serve?
Noi domenica prossima daremo un regalo alle undici mamme delle
cartoline che si sono fatte fotografare[6]. Domanda: io che
cosa voglio ottenere? Io voglio dare un po’ di gioia a queste
persone. Stop! Basta! Gli ho fatto arrivare undici sculture da
Ortisei o Altesei, dalla Val Gardena, dal Trentino Alto Adige perché
sono belle, belle, belle, per dire a questa gente vi stiamo accanto,
vi vogliamo bene. Non voglio altro. Allora se il mio obiettivo è
chiaro… e quindi adesso stiamo preparando i canti di Natale, anche
il dopo ricevimento, cioè per creare un momento d’intimità di
comunione, di amicizia, di calore umano a queste donne che hanno
perduto un figlio. Qual è l’obiettivo, che io mi pongo? Quando viene
qua il ministro De Girolamo, e poi viene Orlando, intanto arriva la
stampa insieme a loro, e quindi domani si parlerà della Terra dei
Fuochi. Mica è un caso che la Terra dei Fuochi per la prima volta è
arrivata in Consiglio dei Ministri? Non è un caso. Ora se la De
Girolamo non viene, della Terra dei Fuochi non se ne parla. Se
Orlando non viene, della Terra dei Fuochi non se ne parla. Viene la
De Girolamo, posso dirle delle cose. La De Girolamo l’ho portata sui
campi avvelenati, e Sergio Costa[7]
ha voluto che lei indossasse la mascherina, è stata fotografata con
la mascherina, ma se il ministro dell’Agricoltura mette la
mascherina che vuol dire? Vuol dire che ci sta un problema.
D’altronde, un’altra strada io non la conosco. Allora tu dici
dialoghi con i ministri? Ed allora io con chi devo dialogare, con il
diavolo? Questo problema chi lo deve risolvere, se non loro? A meno
che non ci sia un colpo di Stato: se lo potete fare, fatelo! Io sono
l’essere più democratico e tollerante del mondo. Avete la forza,
avete la possibilità, avete le armi, avete gli uomini, avete i soldi
per farlo. Fatelo! Sennò: questo è il ministro.
Allora l’obiettivo di questi a volto
coperto qual è? E chi sono?
Ma sono dei bravi ragazzi... sai la
sofferenza quando viene? Viene quando tu non puoi vivere. Sono delle
persone che stanno soffrendo come me, e come te. Forse sono molto
più giovani di me. Anzi, senza forse. Sono molto più giovani! E
pensano ancora che magari queste cose funzionino… ma questi mettono
in conto tutto. Cioè sono talmente furbi, talmente navigati... Ti
pare che un politico si lasci impressionare da una parolaccia? Però,
mi domando: a che cosa è servito? Quella mattina con quella scenata,
che cosa hanno fatto? Hanno permesso solamente alla stampa di
spostare l’obiettivo, e di far scrivere da qualche parte che il
movimento s’è diviso. Che cosa hanno ottenuto? Eterogenesi dei fini.
Eccolo qua! Hanno ottenuto il peggio. È molto semplice. Io vedo la
cosa con una semplicità impressionante.
Lei pensa che ci sia buona fede, oppure
che ci siano proprio degli infiltrati?
Io penso che qualcuno sia in buona
fede, e che ci sia qualcun altro invece che non lo è... perché penso
che in tutti i movimenti ci sono coloro che s’intrufolano, e questo
anche qua succede… mica mi meraviglia che qualche politico stesso
possa intrufolare qualcuno... Oh, perché centomila persone fanno
gola a tutti! In tempo di voti, sono voti: ora spostare questo fiume
da una parte all’altra... Ora, se qualcuno ci riesce a fare questa
manovra, pensa un po’… E tutti siamo strumentalizzabili a cominciare
da me. Attenzione, tutti quanti lo siamo, mica non lo sappiamo.
Pensa a quelle persone che vogliono fare affari con la bonifica, se
non gli convenga che io in questo momento qua sto a dire: «Bonifica!
Bonifica!». Ma tutti siamo strumentalizzabili in un modo o
nell’altro. Se noi diciamo che le campagne sono avvelenate ci
mettiamo contro i contadini, è difficile. Però, insomma, per chi sta
facendo questa cosa per amore della propria terra, della propria
gente, sa che deve vivere nella verità, ovunque stia la verità.
Pensa che ai contadini che ci tenevano a dire che le campagne erano
sane, ho detto: «Ma non le ho sequestrate io, le ha sequestrate la
polizia forestale, non io!». Ora se le campagne sono sane, nel
giorno che si dirà che tutta la campagna è sana, io vengo a
celebrarci una messa sulle vostre campagne, faccio un altarino
portatile, arrivo là, e ci celebro la messa. Io che voglio? Che cosa
voglio? Intanto qua si muore di cancro come se niente fosse. Come se
niente fosse! Guarda qua ci sta una cosa incredibile. In quale
famiglia... almeno io nella mia famiglia c’ho due, tre casi. Nella
mia famiglia proprio! Parlo di me.
E per quanto riguarda appunto le
bonifiche, come lei prima accennava, la Commissione d’inchiesta sui
rifiuti, la commissione Scalia, nel ‘98 mentre interrogava il
pentito Schiavone, il pentito stesso chiese loro: «Ma perché non
fate le bonifiche?». E i politici della Commissione risposero che
non c’erano i soldi per una vera bonifica, già allora, ce ne
volevano troppi. Ora quindi lei crede effettivamente nelle
bonifiche? Crede che siano possibili?
No!
Non ce l’avevano allora i soldi, tu pensi che ce l’abbiano
adesso? A parte il fatto che ho una grande paura delle bonifiche,
perché se oggi mi dicessero, «domani arrivano tantissimi miliardi»,
mica la cosa mi farebbe piacere? Pensa che si scatenerebbe il
finimondo. Dobbiamo agire a piccoli passi, veramente con
intelligenza. Guarda io qua sto al Parco Verde, ed ogni tanto
vengono a fare i blitz. Arrivano la mattina polizia, arrivano
carabinieri, arrivano elicotteri, cellulari. Quelli sono i giorni
più tristi della mia vita, perché so che non servono. Non servono a
niente! Però tu pensa che una famiglia perbene, che vive in questi
luoghi si vede svegliare i bambini alle tre di notte.
E buttano tutto a terra, i panni, le cose, gli armadi... Pensa a
questi bambini! Io non ho mai vissuto una scena del genere, ed
immagino un bambino di quattro-otto anni, che vede arrivare la
polizia in casa, e poi magari il papà è una persona onesta. Ed
invece in questi quartieri ci vorrebbe un lavoro d’intelligence
molto sottile. Proprio da detective! Ma quelli là da film giallo, da
romanzi, persone che stanno là, che si camuffano, e che vengono in
Chiesa alla messa, con la penna che è una telecamera. Insomma voglio
dire un lavoro d’intelligence, che farebbe molto di più. Io questo
lavoro vedo per la Campania. La mappatura fatta con serietà e con
pochi soldi pure. Lo stesso registro tumori, per esempio, si
potrebbe fare con pochi soldi. Il Consiglio dei ministri lo bocciò
perché costava già un milione e mezzo. Ora non è che un milione
mezzo erano tanti, però ora li stiamo facendo noi i registri,
gratuitamente. Se solo si vanno a vedere le esenzioni dei codici 048
del ticket, tu avrai il quadro della situazione, e questo si può
fare... quando ci sta veramente la volontà. E poi le zone che
proprio non si possono coltivare... Seminare, seminare… Alberi ed
alberi! Poi qua in botanica ci sono gli esperti che diranno quali
sono quelli più adatti, di volta in volta. Il problema della Resit
di Giugliano non è il problema di Taverna del Re[8]. Quando si parla di
un altro inceneritore, ma per che cosa? La Resit di Giugliano[9] non potrà mai andare
nell’inceneritore. Allora perché si parla dell’inceneritore... per
quale problema? Di che stiamo parlando? Ecco quando si parla di
rifiuti industriali interrati, che ce ne importa dell’inceneritore?
Perché ogni volta puntate sull’inceneritore? Allora il problema è
complesso, e la complessità non la si può affrontare con la
semplicità, ma si deve affrontare con la complessità. Cioè, questo
problema lo risolvo così, e quest’altro così, e quest’altro così… Di
volta in volta, di area in area. Adesso la cosa bella che è
successa, è quest’accordo con la Ecopneus[10]
dove i copertoni già non si vedono più come prima per le strade, e
questa già è una cosa... Se riuscissimo a fare la stessa cosa con
l’amianto, ed io gliel’ho proposto ad Orlando quando è venuto:
facciamo la stessa cosa con l’amianto, con i tetti d’amianto. Cioè
non si può dire ad una persona che ha messo il tetto e l’ha pagato,
perché era buono negli anni ‘60, «adesso devi togliere questo tetto
perché non è buono, ti devi assumere la spesa, e poi devi anche
provvedere a farti il tetto nuovo, se non vuoi che ti piova in
testa». I soldi non ci stanno, e la gente prende il tetto e lo butta
per le campagne, e lo butta fuori la scuola, perché sa che fuori la
scuola poi le mamme fanno chiasso, e lo tolgono. Ed intanto quanta
polvere è stata inalata? E allora, ecco qua! Ci vuole questa
intelligenza, ci vuole la volontà. Certo restano ancora tanti
delinquenti. Certo preferisco avere a che fare con un delinquente
che è un delinquente, e non un delinquente travestito da onorevole.
Preferisco che se mi devono rubare la macchina là fuori, sia un
ladro di professione, che se la viene a prendere, ma non un vigile
urbano, un ladro che sta facendo il vigile urbano. Questo mi
dispiacerebbe molto!
Lei accennava all’inceneritore, per il
problema dei rifiuti urbani, delle eco balle di Taverna del Re, lei
dice che serve a spostare l’attenzione dal problema dei rifiuti
tossici industriali? Oppure è a favore dell’inceneritore? Cioè, qual
è la soluzione?
Io so che tanti sono completamente
contro l’inceneritore, dicono che non se ne parla proprio, anzi, la
mettono come conditio sine qua
non. Io dico solo una cosa: qua devono parlare gli esperti.
Quando siamo arrivati a Taverna del Re, un mese fa, è venuta la
Commissione Ambiente del Senato, ed il presidente si chiama Giuseppe
Marinello. È venuto prima in parrocchia, poi ci siamo spostasti in
caserma, e poi siamo andati a Giugliano sia alla Resit, che a
Taverna del Re. Quando stavamo a Taverna del Re, io per la prima
volta sono entrato a Taverna del Re… perché là non si può entrare.
Io stavo con la Commissione, e sono entrato anche io. Ho visto che
il comandante della polizia s’avvicinava a Marinello, e gli ha
sussurrato all’orecchio queste parole. Io stavo là, e le ho sentite.
Ha detto, ma queste sono cose che si sanno: «Se l’inceneritore di
Acerra dovesse bruciare solamente le balle di Taverna del Re
bruciando notte e giorno senza fermarsi mai c’impiegherebbe tredici
anni». Cioè solo Taverna del Re, tredici anni! Ora dico questo è un
problema che sta là... allora ci sono delle soluzioni alternative?
Questo non lo devo dire io. Io sono un prete. Io so solamente una
cosa, che dell’inceneritore, l’Europa, nel 2020 non ne vuole sentire
più parlare, il che vuol dire che non va bene... ora però se lo
costruiscono prima del 2020, avranno altri venti anni di vita:
quindi se lo riescono a fare nel 2019, poi funzionerà fino al 2040.
Domanda di un ingenuo: se l’Europa dice no nel 2020, vuol dire che
c’è un problema? Farlo nel 2019 significa essere furbi. Ora siamo
nel 2014, ci vogliono tre anni per farlo, arriviamo al 2017…
Insomma, dico, a che gioco giochiamo? Ecco, su questo non ci sono
dubbi. Però intanto Taverna del Re sta là. Ci sono delle soluzioni
alternative? Ma questo chi è che lo deve dire, io prete? Ma lo
debbono dire gli esperti. Quello che è stato fatto, è stato fatto!
Ed è una cosa... io dico sempre, che sono un credente, sono un
cristiano, che Dio li potrà perdonare, ma la Storia non lì potrà mai
perdonare, perché solamente un folle, un pazzo, poteva accumulare
quelle ecoballe, ma quale ecoballe poi? È una balla, quella delle
ecoballe, a Taverna del Re. Solamente un pazzo! Ma quanti pazzi
abbiamo avuto?
Per quanto riguarda invece le
manifestazioni del 26 ottobre e del 16 novembre, visto tutto il
movimento che s’è creato, perché sì è arrivati divisi? Cioè si sono
fatte due manifestazioni... a me è sembrato assurdo!
A me non è sembrato assurdo. Almeno
la genesi non dice che le cose stanno così. Quella del 26 ottobre è
stata voluta da Angelo Ferrillo, che è una persona che ha i suoi
meriti, e le sue fisime, che è una persona che non partecipava con
gli altri, lui ha un blog[11], insomma, lui è
bravo in questo sistema virtuale, ha fatto delle cose, nessuno gli
toglie i meriti, per l’amor del Cielo. Però questo Angelo Ferrillo
non ha voluto collaborare quando s’è creato il Coordinamento
Comitati Fuochi, e quindi in questi due anni non s’è mai visto. Che
cosa è successo? L’ho scritto per «Avvenire» in modo molto chiaro:
nessuno è padrone di queste manifestazioni. Nessuno! Allora noi
abbiamo cominciato il 18 novembre dell’anno scorso[12]: io ho fatto la
messa qua per tutti i morti di tumore, ed abbiamo fatto una
fiaccolata. Pensa che io ho comprato tremila candele, però ho detto
al mio amico delle candele: «Se mi avanzano poi te le porto», il
patto fu questo. Perché poi sai le candele stando qua si deformano.
Macché! Quella sera vennero ventimila persone: un fatto
parrocchiale, attenzione. Ventimila persone. Il commissario di
Afragola che stava accanto a me, parlava con la coda del corteo, e
gli dicono: «Noi stiamo ancora in parrocchia». Ma noi eravamo già
arrivati dove dovevamo arrivare! E lui dice: «Padre questa è una
cosa che non s’è mai vista!», a livello parrocchiale, ed era il 18
novembre dell’anno scorso[13]. Il 4 ottobre di
quest’anno[14] facciamo una cosa a
livello diocesano, è il vescovo stavolta che organizza. Da Orta a
Caivano, la Caivano-Aversa viene invasa completamente, vengono
stimate almeno cinquantamila persone. I ragazzi, la sera: «Padre,
hai visto che bello?» Io ho detto: «No, ragazzi, questo non è un
successo, ma è il massimo degli insuccessi». In questo frattempo
s’intrufola Ferrillo con questa manifestazione del 26 ottobre, una
l’avevamo fatta il 4 di ottobre, e già un’altra il 26... ci vuole
tempo per digerirla. Però fa tutto lui! Non è che lui s’è
confrontato: ha fatto tutto lui! Dopodiché arrivano i giornalisti.
«Ma lei partecipa o non partecipa?». Io non ho mai parlato male di
nessuno. A parte che il dramma della Terra dei Fuochi non è mio:
chiunque ha il diritto di formare comitati. Chiunque! Perché il
problema è anche suo. Detto ciò, però ha fatto tutto lui, da solo.
Ma se vado alla manifestazione, adesso, con l’attenzione mediatica
che c’ho addosso, è normale che io m’assuma anche la responsabilità
di quello che succede, di quello che si dice, e di quello che viene
detto. E noi non abbiamo concordato niente. Non abbiamo deciso un
documento da leggere… Io vengo là a fare che cosa? E se succede
qualche cosa? Io ho il terrore dei cortei. E se succede qualche cosa
alla fine? Alla fine non sono andato anche perché non sono stato
invitato, perché non è stato concordato niente. Del Coordinamento
Comitati Fuochi, con il quale sono più vicino, non è andato nessuno.
Ed invece, viceversa, s’era formato questo #Fiumeinpiena per il 16
novembre, ed anche gl’interventi che sono stati letti in piazza
erano tutti concordati, ed a me mi pare una forma di serietà, e di
democrazia, questa qua. E Ferrillo s’è trovato un poco fuori da
questa cosa… Poi non so per il futuro che cosa sarà. Il problema
dove sta? Protestare è facile. Adesso mettere centomila persone in
piazza è facile... Perché? Perché la gente è esasperata, e poi di
Terra di Fuochi ormai se ne parla. Io stamattina sono stato ad una
scuola a Capodrise dove è morto un bambino, Francesco, di dieci
anni, l’anno scorso. La mamma s’è fatta fotografare anche lei, è una
delle mamme delle cartoline. E c’erano cinquecento bambini a scuola.
Io vado girando per le scuole quasi tutti i giorni. A Maddaloni
l’altra volta erano quattrocento liceali. Voglio dire, ora s’è
creata la mentalità, diciamoci la verità, e per cui il problema non
è di mettere la gente insieme. Il problema sono le proposte. Allora
scusatemi… L’esercito sì, o l’esercito no? E tu dici sì, e tu dici
no. Il problema sono le modalità: io voglio il dialogo, e tu vuoi
invece coprirti la faccia e fare botte… Se tu vuoi fare a botte, io
non vengo: se vuoi andarci vacci! Assumiti le tue responsabilità, e
vacci! Però non mi chiedere a me di venire con te, che vuoi fare a
botte. Io sono un prete, e mi pare che non debba stare qua a
ripetere lo stile di un prete qual è.
Per quanto riguarda invece la legge per
la Terra dei Fuochi, il decreto… molti anche del #Fiumeinpiena
l’hanno criticata.
Ma è poca cosa! Mica ci vuole la
zingara per capirlo. Io ho detto semplicemente una cosa… Sono
Weltanschauung, come dicono i tedeschi: sono visioni della vita.
Cioè io dico: per la prima volta entriamo nel cuore del governo, per
la prima volta, e questo fatto da un lato mi dà gioia e da un’altro
lato mi dà angoscia. Mi dà gioia perché dico «per la prima volta ci
siamo riusciti, ragazzi». Mi dà angoscia perché dico: «ma per
trent’anni non si sono accorti di niente?». Allora dico, ragazzi,
voi lavorate da prima di me, questo è un merito vostro, però intanto
per la prima volta ci siamo arrivati adesso. Quindi uno: cominciamo
a ringraziare perché i ministri di oggi non sono i ministri di ieri.
Io ho finito di scrivere un articolo poco fa sui poveri, e mi secca
terribilmente quando leggo sui poveri: il 30%, il 15%. L’articolo
comincia così guarda: «Diamo un nome e un volto alla povertà».
Allora raccontiamo le storie. Gennaro che è uscito dalla galera, ed
è tornato un’altra volta perché... Antonio che qua dietro, è stato
operato allo stomaco, ma non ha manco i soldi per andarsi a comprare
la pastina Buitoni, quella là per l’operato di tumore allo stomaco.
Ma diamogli un nome ed un volto! Allora i ministri di oggi non sono
i ministri di ieri, e visto che i ministri si sono interessati di
noi, diciamo da persone serie: «Grazie». Poi procediamo! Però, caro
ministro, se tu mi vai ad arrestare l’ultima ruota del carro, che
sta a bruciare qua nelle campagne, e non ti chiedi perché e che cosa
sta bruciando?... Ma questo lo capisce anche un bambino, caro
ministro. E continuiamo a ragionare. La mappatura per esempio è una
cosa buona. L’esercito: ci sono persone che vogliono l’esercito, che
gridano che vogliono l’esercito. Io no! Ma altri sì!
Perché no?
Ma perché secondo me intanto da un
giorno all’altro l’esercito se ne va, e poi perché in passato
l’esercito qualche volta lo si è usato contro coloro che
manifestano. Sarebbe meglio, ed infatti ho scritto una lettera
aperta alla De Girolamo, la videosorveglianza, o sarebbe meglio
incrementare le forze dell’ordine che già ci stanno sul territorio.
Però alla fine, voglio dire, se arriva l’esercito non è che
impazzisco dalla follia. E poi l’ho scritto anche alla De Girolamo…
E poi l’esercito dove ce lo troviamo? Nei nostri paesi, o nelle
campagne, che devono andare a vedere dove sversano? Io là lo voglio
trovare l’esercito! Non nei miei paesi, che mi viene a rompere le
scatole a me: lo voglio trovare là. Intanto il decreto, come diceva
Orlando, in questi centocinquanta giorni si può anche rivedere.
Certo è poca cosa! Rispetto al problema è poca cosa. Però dico:
abbiamo cominciato? Fino ad oggi avevamo cominciato? Forse questa è
la filosofia tomista con cui mi sono formato io, parto sempre dai
fatti. I fatti sono questi, o no? Per la prima volta il governo
parla della Terra dei Fuochi. Fino ad ieri Terra dei Fuochi non
esisteva, letteralmente non esisteva, però esistevate voi! Ma
evidentemente non s’era riusciti… Adesso quindi ci siamo riusciti:
ringraziamo Iddio! Perché bisogna pure ringraziare Iddio perché
altrimenti uno non ce la fa manco. Io dico che ad ogni piccolo
risultato ottenuto dobbiamo anche imparare a fermarci un attimo, e
dire: andiamo a mangiarci una pizza stasera. Sennò non ce la fai!
Proprio questo volevo chiedere… Dopo
tutto questo, dopo tanta fatica, immagino, dopo tante energie
impiegate, comunque si continua a sversare e bruciare, e la gente
continua a morire. Lei non si sente stanco?
Io mi sento stanchissimo! Sono
stanchissimo! Poi io sono parroco non ti scordare. Io devo fare il
parroco. Poi la stampa arriva vedi… Tutte le televisioni che
arrivano vengono qua. Non è che arrivano dall’attivista Gennaro, o
dall’attivista Nicola. D’altronde è anche più facile per loro,
perché la parrocchia sta qua, ed io sto qua. Insomma è normale, a
livello mediatico, il prete... Adesso sono stato chiamato da Fabio
Fazio per leggere la famosa lettera. Io ho detto che ho fatto la
scelta di non andare negli studi televisivi. E tutti quanti a dire:
«Ma vai è importante! Vai!». Se volete la lettera ve la scrivo,
magari la leggerà qualche attore: ma io non vado negli studi
televisivi. Ma menomale che ho fatto questa scelta, subito… Ma tu
non puoi immaginare quanti ne arrivano qua… E sempre a dire di sì:
perché? Perché sennò questo problema non arriva fuori, non usciva da
qua dentro. Cioè questa cosa m’è stata chiara subito… sennò il
problema dalla Terra dei Fuochi non sarebbe mai uscito fuori.
L’altro giorno sono stato chiamato ad Assisi: sono andato, mi sono
dovuto far accompagnare perché non me la sentivo di guidare fino ad
Assisi. C’era il convegno dei giornalisti italiani, e guarda è stata
una cosa bellissima. Mi sono arrivate adesso delle e-mail... Ed i
giornalisti che mi dicevano: «Ma noi ancora non sapevamo le cose
così come stanno». Eccolo qua il motivo per cui ci sono andato. Sono
partito alle sei di mattina, sono tornato alle cinque del
pomeriggio, senza mangiare, solamente un caffè. Andata e ritorno. Ma
perché? Siamo arrivati io e Marfella a Bruxelles, siamo partiti alle
tre di notte, siamo ritornati alle tre di notte a casa, nello stesso
giorno. Ma perché scusami? Perché questo problema, e questo m’è
stato chiaro dal primo giorno, se rimane incuneato qua: ma qua
rimane! Allora qualcuno ci doveva mettere il volto. Poi diventa
pericoloso? Lo so che diventa pericoloso, ma che bisogna fare?
Eccolo qua! Però dico: siamo riusciti a fare questa cosa ragazzi, o
no? Allora, prima cosa, non disperdiamo questo patrimonio, perché
altrimenti sarebbe veramente un peccato, e qua io credo che ci siano
gl’infiltrati, che cercheranno di disperdere questo patrimonio. E
gl’infiltrati ci sono, e ci saranno. Ci saranno gli amici di coloro
che non hanno interesse che la cosa vada avanti, perché hanno le
mani sporche, perché sono stati dei collusi, ed hanno magari l’amico
giornalista che poi va negli studi televisivi; poi ci stanno quelli
che vogliono gl’inceneritori, e dicono: «Ma questi dicono sempre di
no: quando vogliamo risolvere il problema con l’inceneritore si
oppongono…». Ma tu con l’inceneritore che mi risolvi, il problema
della Resit di Giugliano? Capisci? Allora bisogna fare attenzione,
ci vogliono persone intelligenti, persone preparate. Io dico sempre
che la protesta è il primo tempo di questa commedia, ma non puoi
rimanere alla protesta: poi dopo la protesta, viene la proposta. Ora
la proposta con chi la fai? La protesta la fai contro. A me quando i
sindaci vengono ai cortei mi fanno morire dalle risate. Venite pure…
Ci volete venire? Veniteci! Però mi fanno morire dalle risate…
Perché io sto protestando contro di te, e tu ti affianchi a me.
Vienici, che ti devo dire? «Padre Maurizio, ma noi veniamo?». «E
vieni!». Poi ti metti pure la fascia tricolore. Ma io non ci andrei!
Ora il popolo protesta contro l’autorità costituita perché non ha
fatto il suo dovere giusto, o no? Dopodiché, in un secondo tempo, lo
stesso popolo deve dialogare, e con chi? Con la stessa autorità
costituita, che deve fare il suo dovere. E quindi la protesta per
certi aspetti è più facile. Poi vengono i tavoli di lavoro.
Protestare è più facile che governare. Stare all’opposizione è più
facile che stare al governo, perché dico solo: «Questo non va bene».
E però chi deve governare deve trovare i soldi per fare le cose.
Voglio dire: la cosa è complessa. Però abbiamo adesso un patrimonio
immenso da non disperdere; abbiamo ottenuto già qualche piccola
cosa, dobbiamo andare avanti per ottenere quello che si può
ottenere, sapendo che tante zone ormai sono state colpite, secondo
me, irrimediabilmente… L’ACNA di Cengio ha portato i suoi fanghi a
Giugliano, penso che da Giugliano non prenderanno mai un’altra
strada.
È compromessa la situazione in alcuni
luoghi?
Penso proprio di si! Lì potremo
rimandare a Cengio? Ora dobbiamo fare in modo che facciano quanto
meno male possibile.
Lei qualche cosa già mi ha detto durante
le altre domande… Le proposte: mappatura, registro tumori,
coltivazioni alternative… qual è il resto della sua proposta? No
all’esercito, per esempio, diceva. Anche se è favorevole invece
all’esercito nelle zone dove si sversa... Sintetizziamo le sue
proposte.
Le mie proposte sono queste qua: la
mappatura dev’essere fatta subito. Ci devono dire quali sono le zone
buone, per mettere un marchio di qualità, e devono dirci quali sono
le zone no-food da mettere a no-food, per dire: «Adesso basta,
piantiamoci il pioppo e non se ne parla proprio più». In modo che si
dia anche alla gente la serenità di poter mangiare, ed ai contadini
la serenità di poter lavorare, questo è fondamentale. L’altra cosa
ci vuole, è questo sistema satellitare che ci fa sapere che cosa
entra ed esce dalla Campania. Questo è fondamentale! Poi bisogna
arrivare a chi? Bisogna arrivare non a chi brucia nelle campagne,
bisogna arrivare alle motivazioni per cui si va a sversare nelle
campagne. E qua entriamo all’interno di un sistema d’illegalità, di
produzione in regime d’evasione fiscale, che sembra che quasi con la
Terra dei Fuochi non c’abbia niente a che fare, e che invece sta
all’origine della Terra dei Fuochi. Dopodiché, di volta in volta,
prendere queste bombe ecologiche che noi abbiamo, che sono così
diverse l’una dall’altra. Ripeto: la Resit di Giugliano non è
Taverna del Re. Anche se stanno a quattro chilometri di distanza.
Taverna del Re è un conto, e la Resit di Giugliano è un’altra cosa.
E di volta in volta, vedere quello che si può fare. E poi mettere in
sicurezza quello che non si può fare: se proprio deve stare là,
almeno mettiamolo in sicurezza. Certo se è vero quello che dice
Giovanni Balestri, che nel 2064 ci sarà questa tragedia[15], non possiamo
aspettare con le braccia conserte che arrivi il 2064 perché esploda,
non il Vesuvio, ma esploda la Resit di Giugliano. Poi per quanto
riguarda la medicina, ci sono delle cose che sono proprio ridicole:
noi abbiamo meno soldi perché siamo la popolazione più giovane, però
intanto c’ammaliamo di più perché abbiamo questo problema qua. In
questo momento qua, mio fratello sta lottando tutte le mattine, fa
il day-hospital al Cardarelli perché non ci sono posti per
ricoverarlo. E tutte le mattine ci vuole una persona che
l’accompagni, poi una che stia là, e che poi lo riporti a casa
perché non si sente bene. La sanità campana ormai è al collasso
perché non ce la fa! C’è poco da fare: non ce la fa! Ed allora, per
quanto riguarda la sanità, non se ne parla proprio come fare fronte
a questo aumento proprio incredibile, che c’è stato, di patologie
tumorali. Poi ci sta il discorso della giustizia: cioè questi reati
devono essere puniti come delitti contro l’umanità. Quell’orribile
prescrizione deve scomparire proprio. Deve scomparire! Deve
scomparire perché le conseguenze di questa cosa continuano. Cioè
dico se un bambino che nascerà nel 2014 morirà magari nel 2030 per
le conseguenze di questa cosa: come faccio a dire che quel reato è
prescritto? Per questo motivo io dico, ho detto ed ho scritto, e
scriverò ancora, che il problema non è di questo o di quel
ministero, ma è del Governo in quanto tale, nella sua globalità,
insieme alla Regione Campania, e se il Signore c’aiuta, anche
all’Europa.
Visto che lei ha parlato di ciò che c’è
dietro allo sversamento di rifiuti tossici: non pensa che forse
bisognerebbe alzare ancora di più il tiro, e colpire lo stesso
sistema economico capitalista, che si basa sul profitto?
Certamente! Che cosa ci sta dietro
scusami? Eh, certo! Noi pensavamo che il problema era il comunismo.
I paesi che stavano sotto ai regimi comunisti, e che hanno sofferto
tanto, quando c’è stata l’apertura all’occidente, loro hanno goduto
di tutto ciò. L’unica persona che ebbe delle parole chiarissime
all’epoca fu Giovanni Paolo II: «La dittatura del comunismo, e
l’altra la dittatura del capitalismo sfrenato, che è uguale e
contraria a quella là del comunismo».
Ed il nostro consumo sfrenato ha
prodotto gli sversamenti dei rifiuti tossici…
E certo, il nostro consumo sfrenato!
Scusate, io dico questo: ragazzi, io sono un prete, sono l’essere
più tollerante del mondo. Noi ci vogliamo permettere questo stile di
vita, diciamo così, a livello 100: benissimo, ce lo possiamo
permettere? No! Allora abbassiamolo a 80. Se io non mi posso
permettere di volare in prima classe, va bene, volo in seconda
classe, che ti devo dire, non è la fine del mondo andare in seconda
classe. Se io non mi posso permettere l’albergo a cinque stelle, mi
prendo quello ad una stella sola: non è la fine del mondo. Noi ce lo
possiamo permettere? Quando io dico: abbiamo la possibilità di
creare questo prodotto legalmente, e di accompagnarlo, poi sempre
legalmente, fino allo smaltimento dei suoi rifiuti? Allora quanto ci
viene a costare? È normale che è possibile che magari una bomboletta
di schiuma da barba non ti costerà un euro, ma forse ti costerà
quattro euro. Va bene, pagheremo quattro euro, che dobbiamo fare?
Però è normale che magari il copertone di una ruota non lo pagherai
ottanta euro, ma lo pagherai centoventi euro. Sennò non si produce
più! Abbiate pazienza, non è possibile che i ricchi godano delle
comodità, e si condannano a morte i poveri. Perché poi alla fine
gira gira, il problema è sempre quello: a Cortina d’Ampezzo i roghi
tossici non ci sono.
E la gente sta recependo questo
messaggio?
Penso di sì.
DICEMBRE 2013
(torna
su)
[1]
18
dicembre 2013, Parrocchia San Paolo Apostolo, Parco Verde,
Caivano (NA).
[2]
6 dicembre 2013, [n.d.r.]
[3]
Massimo Ammendola,
Evacuateci. Il genocidio della Terra dei Fuochi,
Città Future 11.
[4]
Arrestato il 10 dicembre 2013, [n.d.r.].
[5]
17 dicembre 2013, [n.d.r.].
[6]
Le mamme fotografate hanno perso i figli, per tumore, abitando
nelle zone della Terra dei Fuochi; le cartoline sono state poi
inviate in massa al presidente Napolitano e al Papa [n.d.r.].
[7]
Generale del Corpo Forestale dello Stato, autore di numerose
operazioni nella Terra dei Fuochi, [n.d.r.].
[8]
Località di Giugliano, provincia di Napoli, in cui sono
conservate, per chilometri e chilometri, le ecoballe che
dovevano essere bruciate negli inceneritori campani, poi non
costruiti, tranne quello di Acerra. Le ecoballe sono state
stoccate in questa ed altre zone della regione poiché erano la
garanzia bancaria dei prestiti ricevuti dalla Impregilo,
l’azienda che gestiva il ciclo dei rifiuti campano, [n.d.r.].
Cfr. M. Ammendola, L’emergenza rifiuti in meno di 2000 parole, Città Future 04.
[9]
Discarica di rifiuti urbani di Cipriano Chianese, in cui sono
stati interrati anche rifiuti tossici, ospedalieri, etc… [n.d.r.].
[10]
Ecopneus scpa è la società senza scopo di lucro per il
rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione
finale dei Pneumatici Fuori Uso, [n.d.r.].
[11]
laterradeifuochi.it, contenitore di video-denunce, [n.d.r.].
[12]
2012, [n.d.r.].
[13]
2012, [n.d.r.].
[14]
2013, [n.d.r.].
[15]
Dalla perizia del geologo toscano Balestri, per conto della
Procura di Napoli, è emerso che nel 2064 si raggiungerà l’apice
dell’incidenza negativa del gravissimo inquinamento: si
realizzerà in pieno la precipitazione nella falda acquifera del
percolato e di altre sostanze tossiche derivanti dalle migliaia
di tonnellate di rifiuti, [n.d.r.].