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06
Gennaio 2012

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IL LATO OSCURO DEL GOVERNO MONTI

Massimo Ammendola

 

Pochi mesi fa, abbiamo assistito alla caduta del governo Berlusconi. Esultanze da stadio, brindisi e feste in piazza hanno accompagnato la fine di uno dei più controversi personaggi del teatrino politico italiano, reo (ma a detta di chi?) di non aver preso le dure ma necessarie decisioni per combattere la crisi economica e il debito pubblico.

Le speranze degli italiani si sono subito riversate su Mario Monti, salvatore della patria, economista di chiara fama, che pare non vada a prostitute, oltre a farci fare un figurone sulla scena internazionale. Personaggio di evidente equità: da Commissario europeo ha avuto il coraggio di sanzionare la Microsoft con una multa da 500 milioni. Peccato che nessuno si renda conto che sono “bruscolini” per una multinazionale che ha 70 miliardi di dollari di fatturato ed un utile netto di 23 miliardi...

Queste vicende ci offrono la conferma che la manipolazione delle masse è ormai fin troppo ben congegnata: Costanzo Preve parla di «esempio quasi da manuale di demenza generalizzata», dato che «il puttaniere non era riuscito ad aumentare in un colpo solo l’età pensionabile, mentre Monti, l’uomo che rispetta le donne, lo ha fatto»[1]. Ma questo è solo un piccolo aspetto di questo dramma collettivo a cui stiamo assistendo. La liquidazione delle “democrazie” parlamentari in Europa, e la loro sostituzione coi “governi dei banchieri”, segnala la volontà delle élite mondiali di non voler cercare una soluzione al collasso del sistema finanziario globale, ma solo di dirottare trilioni di dollari nelle loro tasche, imponendo ai media il mito che alcune banche fossero troppo grandi per fallire. Ma andiamo con ordine.

 

La cacciata di Berlusconi

Prima ancora che Berlusconi si dimettesse, il presidente Napolitano si è affrettato a nominare senatore a vita Monti, mettendo in atto una novità rispetto a quanto previsto per un simile riconoscimento: l’articolo 59 della Costituzione consente al Presidente della Repubblica di indicare per tale ambito persone che abbiano «illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario». Non proprio la descrizione del prof. Monti che, tre giorni dopo la sua nomina a senatore a vita, è stato incaricato di presiedere il governo tecnico.

Sulle dimissioni di Berlusconi, è evidente l'ombra di speculazioni finanziarie che hanno “invitato” l'ex premier a farsi da parte: per ultima, è stata presa di mira Mediaset da una speculazione guidata da due fondi di investimento americani, che hanno abbattuto il titolo del 12% in un sol giorno[2]: seppur mediocre, il governo è stato sfiduciato dall’uso del terrore finanziario. In precedenza, il credito sovrano dell’Italia e quello delle sue banche sono stati fatti oggetto di speculazione mirata e massiccia, dapprima scatenata dalla retrocessione di Moody’s di inizio ottobre e poi dalla decisione dell’eba, l’autorità bancaria europea, che a inizio novembre ha costretto le banche internazionali a sbarazzarsi di titoli italiani. Tutto ciò, mentre Washington, Londra, Parigi e Berlino hanno messo alle strette l’Italia accusandola di far fallire l’Eurosistema a causa di una “mancanza di credibilità” del suo esecutivo sui temi economici.

Tuttavia, nonostante i media abbiano costruito un grande e diffuso consenso alla nomina di Monti, la reazione dei mercati al nuovo governo non è stata certo entusiasmante. Lo spread continua a oscillare, in Europa si inizia a parlare di recessione.

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Chi sono Monti&C.?

Eppure, il nostro supertecnico Monti è stato international advisor per Goldman Sachs, una delle banche d'affari più potenti e spietate del mondo[3]; è presidente europeo della Commissione Trilaterale, organizzazione elitaria che effettua lobbying dietro le quinte per condizionare l’economia e la politica, fondata nel 1973 da David Rockefeller, Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski; appartiene al comitato direttivo del Gruppo Bilderberg, altra lobby occulta, costituita da personalità influenti in campo politico, economico, militare e bancario, che si riunisce a porte chiuse una volta all'anno; è membro dell'Aspen Institute Italia, altra associazione a porte chiuse che discute di economia.

Gli uomini che Monti ha scelto nella sua squadra di governo, sono tutti provenienti da lobby, alta finanza, multinazionali e banche d'affari, o da realtà economico-governative dell'Italia e dell'Unione Europea, quelle che si occupano della stabilità dei paesi membri, o per meglio dire, della stabilità dei profitti delle banche e degli hedge funds.

Qualche nome? Il viceministro dell'Economia Vittorio Grilli; il ministro dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti ed ex banchiere Corrado Passera; Giuliomaria Terzi di Sant’Agata, ministro degli Affari Esteri, nominato mentre era ambasciatore italiano negli usa, e vicino ad Israele, che ha subito segnalato un perfetto allineamento al blocco anglo-francese; Giampaolo Di Paola, ministro della Difesa per la prima volta nella storia proveniente dall'esercito, che viene inoltre dalla Presidenza del Comitato militare della nato, la più alta autorità militare dell’Alleanza Atlantica, che ha coordinato i bombardamenti “equi e solidali” in Libia, andando ben oltre la risoluzione iniziale dell’onu (nel caso di future operazioni contro la Siria o l’Iran, il meccanismo decisionale sarà ancor più oliato). Per non parlare della piagnucolante Elsa Fornero, ministro al Lavoro e Politiche sociali con delega alle Pari opportunità, da sempre convinta sostenitrice della distruzione delle pensioni e del welfare, ed ex membro del consiglio di Banca Intesa San Paolo e della Banca Mondiale (immaginiamo che seduta a questi prestigiosi e potenti tavoli non abbia mai pianto); o di Paola Severino, ministro della Giustizia, consulente legale di società, associazioni di categoria e banche, rappresentante legale dell’eni per lo scandalo tangenti in Nigeria, e di altri politici e mafiosi di rilievo; o ancora dell'inquinatore convinto Corrado Clini, ministero all’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare[4].

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L’Europa sotto scacco

Dopo anni di governi di marionette, in cui destra e sinistra si confondevano, essendo entrambe nelle mani dei potentati economici, per la prima volta ecco un governo direttamente dei poteri forti, zeppo di uomini che hanno già operato in Italia nel passato (che ha prodotto questo presente). Ma è tutta l'Europa ad essere sotto scacco: alla Banca Centrale Europea hanno nominato Mario Draghi, ex-governatore di Bankitalia e vicepresidente Goldman Sachs, colui che nel 1993 presiedette il Comitato per le Privatizzazioni, l’artefice delle grandi privatizzazioni statali (iri, telecom, enel, eni e altre grandi aziende dello Stato)[5]. Ed è la bce che dovrebbe intervenire per fermare il collasso dell’Europa e dell’Euro, ma Draghi si rifiuta: il suo rifiuto scatena la bocciature delle agenzie di rating[6], che scatenano altro panico dei mercati che ci affosseranno sempre più velocemente.

In Grecia, subito dopo la proposta di referendum dell'ex premier Papandreou, hanno nominato al suo posto Lucas Papademos, economista ed ex presidente della Banca centrale europea, con un governo pieno zeppo di ex commissari ue.

Così come sta accadendo nel resto del mondo, va avanti il piano di distruzione, da parte dell'Alta Finanza, degli stati-nazioni, attraverso la crisi finanziaria, che viene utilizzata per richiedere i necessari sacrifici, imposti come una medicina miracolosa da ue-bce-fmi: anche se il declino economico dell’Italia (e delle altre nazioni) non dipende dal debito pubblico, che fino agli anni Ottanta, ha anzi aiutato a tenere alti i tassi di sviluppo. La necessità predicata fino all'isterismo di eliminare ogni deficit di bilancio degli Stati deriva interamente dal fatto che un deficit contratto con l'Euro non sovrano (la Banca Centrale Europea è un insieme di banche private) è un peso insostenibile per lo Stato: per sostenere un sistema insolvente per natura ci spoglieranno di ogni bene.

Nella nostra totale inconsapevolezza: come scrive Manlio Dinucci, vengono utilizzate delle smart bombs, “bombe intelligenti”, che «sono oggi massicciamente impiegate per mistificare la realtà della crisi, per convincerci che essa è provocata dal debito pubblico e che, per salvarci, dobbiamo fare duri sacrifici tagliando le spese sociali. Il debito pubblico è però conseguenza, non causa della crisi. Essa è dovuta al funzionamento stesso del mercato finanziario, dominato da potenti banche e gruppi multinazionali. Basti pensare che il valore delle azioni quotate a Wall Street, e nelle borse europee e giapponesi, supera quello di tutti i beni e servizi prodotti annualmente nel mondo. Le operazioni speculative, effettuate con enormi capitali, creano un artificioso aumento dei prezzi delle azioni e di altri titoli, che non corrisponde a una effettiva crescita dell'economia reale: una «bolla speculativa» che prima o poi esplode, provocando una crisi finanziaria. A questo punto intervengono gli stati con operazioni di «salvataggio», riversando denaro pubblico (e quindi accrescendo il debito) nelle casse delle grandi banche e dei gruppi finanziari privati che hanno provocato la crisi»[7].

E anche vere bombe intelligenti sono usate da quest'asse economico-politico: non è un caso, continua Dinucci, che «le ultime guerre, effettuate dagli Stati Uniti e dalla nato, hanno «intelligentemente» colpito stati situati nelle aree ricche di petrolio (Iraq e Libia) o con una importante posizione regionale (Jugoslavia e Afghanistan). Stati come l'Iraq di Saddam Hussein, che minacciava di sganciarsi dal dollaro vendendo petrolio in euro e altre valute, o come la Libia di Gheddafi, che programmava di creare il dinaro d'oro quale concorrente del dollaro e promoveva organismi finanziari autonomi dell'Unione africana, il cui sviluppo avrebbe ridotto l'influenza della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale. Per analoghe ragioni si prendono ora di mira Siria e Iran. Crisi e guerra sono due facce della stessa medaglia. Anche perché la guerra fa crescere la spesa militare che, appesantendo il debito pubblico, impone ulteriori sacrifici. L'Italia, stima il Sipri, è arrivata a una spesa militare annua di 28 miliardi di euro, all'incirca il costo della manovra. Ma non se ne parla. Le bombe di Wall Street sono davvero intelligenti».

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Il caos prossimo venturo

Ma quando è iniziato questo processo di distruzione degli stati-nazione?

I primi inconfondibili segnali della fine del capitalismo basato sullo stato-nazione arrivarono nel momento del massimo trionfo dell’Occidente, cioè agli inizi degli anni Novanta, in cui si assiste al rallentamento della crescita economica, per la concomitanza di tre fattori: calo brusco del tasso di crescita del prodotto interno lordo e della produttività, l’emergere di una disoccupazione ed una precarietà cronica e crescente, ed infine una distribuzione sempre più diseguale dei redditi e della ricchezza.

Era la rinascita del «mercato autoregolato»: nei paesi industrializzati si sperimentava la disoccupazione cronica, l’erosione dello stato sociale attraverso la limitazione delle prestazioni e la privatizzazione dei servizi pubblici, l’ampliamento delle disparità produttive, la deregolamentazione delle condizioni di lavoro e la conseguente «corsa al ribasso» di retribuzioni e qualità dell’ambiente di lavoro.

Il movimento sindacale veniva fortemente indebolito; salari, orari e condizioni di lavoro furono deregolamentati a discapito dei lavoratori; i divari di reddito si ampliarono; le prestazioni del welfare furono ridotte o privatizzate; i lavoratori smarrirono insomma ogni certezza, perdendo il loro posto nella società, tornando ad essere un «fattore di produzione», e ciò causò la disgregazione di famiglie e comunità, e nei casi più estremi la dissoluzione della famiglia, a causa degli spostamenti forzati.

Tutto ciò accade per la progressiva «deindustrializzazione» dei paesi fortemente industrializzati: è una conseguenza diretta della globalizzazione, perché il capitale si sposta in quei paesi dove si produce in loco, a prezzi più bassi, essendo crollati anche i prezzi di trasporto internazionale. Il capitalismo ha cominciato a distruggere non semplicemente l’istituzione del mercato nazionale, ma anche l’architettura di leggi, convenzioni e organizzazioni, edificate nel corso di oltre due secoli, che l’avevano sorretto e umanizzato[8].

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La crisi pianificata

L’implosione dell’economia, iniziata nel 2008 con il crollo del mercato immobiliare statunitense, pare studiata a tavolino dai banchieri per strangolare e abbattere gli stati e le economie globali. Mentre nuovi venti di guerra soffiano pericolosamente sulla Siria e sull'Iran, e Obama firma il National Defense Authorization Act (che sancisce la possibilità di stanare ed imprigionare gli americani nei campi di internamento, ma anche ad assassinare oppositori ed attaccare obiettivi specifici), in Europa nessuno stato può emettere Euro liberamente, e quindi devono rastrellarli facendo prestiti a destra e a manca, con gli investitori che avendo paura di non essere più rimborsati puntualmente, ci chiedono tassi d’interesse altissimi, insostenibili, facendoci scivolare verso il default. I fondi di salvataggio stanziati (a scopo di lucro) sono un salvagente ma solo per gli organi finanziari: per salvare gli Stati in crisi parliamo di cifre ben superiori. Ed è la Germania, in questo momento, che può permettersi di scegliere per l'Europa: temporeggia per quanto riguarda l'idea di far diventare europeo e collettivo anche il debito pubblico dei singoli stati, una soluzione che permetterebbe, almeno nell'immediato, di mantenere basso il rapporto debito/ricchezza e quindi di fare mantenere bassi i tassi d'interesse. E alla Germania ciò conviene poiché ha un rapporto debito pubblico/ricchezza basso, tale da permettersi di rinegoziare il debito con le banche a tassi addirittura negativi, ultravantaggiosi perché gli investori preferiscono ricevere anche meno soldi, ma che siano più sicuri, e così nel frattempo continua a risparmiare tanto denaro. L'Italia e gli altri paesi più deboli, invece, hanno un rapporto debito/ricchezza di gran lunga superiore (120% per l'Italia, ed è in continua salita, per cui vede quasi ogni giorno aumentare il confronto con quello tedesco, il famoso spread), e quindi sono strozzati da tassi molto alti. Finché la Germania vorrà continuare a risparmiare, il default dell'Europa resta imminente.

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Unione Europea o Grande Fratello?

Inoltre è stato introdotto, per la salvezza delle banche e della grande finanza internazionale, durante il Consiglio europeo dell'8 e 9 dicembre 2011, il Meccanismo Europeo di Stabilità, (esm, The European Stability Mechanism): il terreno fu preparato già a ottobre 2010, quando si decise che c'era la necessità di un meccanismo permanente per la salvaguardia finanziaria dei governi ue, un fondo per prestiti (con interessi) per i paesi in crisi finanziaria.

Con questa azione subdola, 17 paesi dell'eurozona saranno costretti a cedere nuovamente sovranità e a contribuire con ingenti somme (500 miliardi, che potrebbero aumentare in qualsiasi momento) ad una struttura internazionale, l'esm, che opererà nel segreto professionale, con un regime di totale immunità e ingiudicabilità (ma potrà aprire procedimenti legali contro chiunque), ed è esente da tassazione. Entro 7 giorni dalla notifica di pagamento, gli Stati dovranno pagare la cifra. L'Italia sarà costretta a finanziare l'esm con 125 e rotti miliardi di euro. L'esm è stato votato da pd, pdl, idv e Verdi! Contro ha votato solo la Lega...

In precedenza, è stato adottato il «Semestre europeo», che impone ai parlamenti nazionali il poter approvare le rispettive finanziarie solo dopo che esse saranno state esaminate e approvate dalla Commissione Europea di tecnocrati neoliberisti, con sanzioni pecuniarie per gli Stati disobbedienti; oltre al «Patto Euro plus», che contiene misure anti-lavoratori, misure di allungamento dell’età pensionabile, tagli agli stipendi pubblici e ai servizi essenziali, e obbligo di trasposizione del divieto di spesa a deficit nelle Costituzioni nazionali.

La Corte Europea di Giustizia, che secondo il Trattato di Lisbona ha già supremazia sulle nostre Costituzioni (di fatto esautorate), ha il potere di vigilare che tutto ciò accada.

Persino le emissioni dei titoli di Stato, la più semplice operazione di spesa sovrana, saranno prima giudicate da questi tecnocrati, e solo dopo permesse.

Inoltre, nel silenzio assoluto, da anni, è in atto l'imposizione di una polizia militare europea con poteri illimitati.

L'ipotesi sarebbe quella di abolire la Guardia di Finanza, sciogliere l’Arma dei Carabinieri (facendo transitare uomini di Marina, Esercito ed Aeronautica nella pubblica amministrazione), per poi sottoporre il controllo delle forze d'ordine a una forza di polizia sovranazionale, l'eurogendfor, ratificato con il trattato di Velsen.

Questa Gendarmeria europea assume tutte le funzioni delle normali forze dell’ordine (carabinieri e polizia), indagini e arresti compresi, oltre ad operare come polizia di frontiera e acquisire informazioni e svolgere operazioni di intelligence; la nato avrà voce in capitolo nella sua gestione operativa; il nuovo corpo risponde esclusivamente a un comitato interministeriale, composto dai ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi firmatari; oltre ad avere l'inviolabilità dei locali, degli edifici e degli archivi, l'immunità delle proprietà e dei capitali da provvedimenti esecutivi dell'autorità giudiziaria dei singoli stati nazionali, e la non intercettabilità di tutte le comunicazioni degli ufficiali. Altri articoli del trattato fondativo, prevedono che i Paesi firmatari rinuncino a chiedere un indennizzo per danni procurati alle proprietà nel corso della preparazione o esecuzione delle operazioni, e che gli appartenenti dell'eurogendfor non potranno subire procedimenti a loro carico a seguito di una sentenza emanata contro di loro, e potrà operare «anche in sostituzione delle forze di polizia aventi status civile», in tutte le fasi di gestione di una crisi e che il proprio personale potrà essere sottoposto all'autorità civile o sotto comando militare.

Nel 2010 Camera e Senato hanno ratificato l’accordo all’unanimità. Il 12 giugno il Trattato di Velsen è entrato entra in vigore in Italia, con la legge di ratifica n° 84, riguardando direttamente l’Arma dei Carabinieri, che verrà assorbita nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello. Come ha fatto notare il giornalista che ha scovato la notizia, il freelance Gianni Lannes (che per le sue inchieste ora gira con la scorta), è passata inosservata un’anomalia clamorosa. Il quartiere generale europeo è insediato a Vicenza nella caserma dei carabinieri «Chinotto» fin dal 2006, nella città dove da decenni ha sede Camp Ederle, a cui nel 2013 si affiancherà la seconda base statunitense «Dal Molin», una sede dell’Africom, il comando americano per il quadrante mediterraneo-africano.

Il quadro è completo con il Trattato di Lisbona, carta dell'Europa dei grandi gruppi di potere finanziario: all’articolo 52 paragrafo 3 integra la Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle libertà fondamentali (cedu) a parte costituente del trattato, che all’articolo 2 comma 2, in merito al diritto alla vita, così recita: «La morte non si considera inflitta in violazione di questo articolo quando risulta da un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario [...] per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o una insurrezione».

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Cosa accade in Italia

Questo nuovo Consiglio dei ministri procede anche a mezzo di “ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente”: come da prassi, ormai, nelle emergenze del nostro paese, c'è uno scudo protettivo sul governo Monti per attuare azioni straordinarie, che non avrebbero potuto realizzare i governi “politici” senza la dichiarazione di stato di emergenza.

Monti attuerà misure drastiche e pesanti per gli italiani: privatizzazioni (quel che resta ancora in mano pubblica); tagli alle pensioni e aumento dell'età pensionabile (violentemente antisociale: la ciliegina è il blocco dell'adeguamento all'inflazione); flessibilità nel mercato (ossia licenziamenti più immediati); rivalutazioni delle rendite catastali al 60%; tassa sui capitali scudati, ma sui grandi patrimoni? (secondo Monti «sono un concetto facilissimo da cogliere mentalmente, difficilissimo da cogliere fiscalmente»); se una banca andrà in passivo, sarà lo Stato garante; tagli per 5 miliardi agli enti locali, servizi e welfare sempre più decimati; aumento dell'Iva; rincari sulla benzina; reintroduzione dell'Ici sulla prima casa (si chiamerà Imu); convenzione con le banche per obbligare ad avere il conto corrente e carta di debito ai pensionati che percepiscono importi superiori ai 500 euro; inoltre non si potrà pagare più in contanti per qualsiasi transazione superiore ai 1000 euro: verrà creata moneta virtuale, dal nulla, che non esiste[9], mentre viaggiamo a passo spedito verso la scomparsa del denaro cartaceo con l'introduzione della moneta elettronica e tutto quello che ne consegue come ulteriore strumento di controllo; liberalizzazione della vendita dei psicofarmaci nei supermercati. Il resto sono soldi alle piccole imprese, alle grandi (infrastrutture) e alle banche. Nulla, proprio nulla, di equo. E l'evasione fiscale? E i privilegi? I beni della chiesa? Le spese militari? È la distruzione dello Stato-nazione e del welfare-state.

C'è chi parla di un peso pari a 2000 euro all'anno a famiglia grazie alla manovra, chi di 6500 euro, a causa della concomitanza con l'ultima manovra di Berlusconi: lacrime e sangue!

Valore complessivo della manovra “salva Italia” 39,97 miliardi di euro. Di cui il 90% è rappresentato da nuove tasse. Ma la vera notizia del giorno è uscita solo su Il Sole 24 Ore: «La Banca d'Italia è autorizzata a svolgere le trattative con il Fondo monetario internazionale per la conclusione di un accordo di prestito bilaterale per un ammontare pari a 23 miliardi e 480 milioni di euro. L'accordo diventa esecutivo a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto legge».

La cosa peggiore del governo “tecnico” di Mario Monti non è solo la dura politica di tagli, dismissioni, privatizzazioni, licenziamenti facili e aumento delle tasse, ma il fatto che essa sarà completamente inutile. Il debito pubblico è in continuo aumento, e questa manovra non riuscirà neanche a tamponarlo, ci vorrebbero varie dozzine di queste manovre per pareggiarlo. Metà del nostro debito, quasi mille miliardi, è in mano a banche e assicurazione estere: finito il momento di entusiasmo gli investitori esteri potrebbero riperdere fiducia e decidere di non sobbarcarsi più l'onere del debito italiano, e si ritornerebbe alla situazione di partenza.

E poi, nel momento in cui si aumentano i tagli e le tasse, anche un bambino capisce che si contraggono anche i consumi, la linfa di questo corrotto sistema basato sullo sviluppo infinito. Ci sono quindi ottime probabilità che la “cura” proposta da Monti e dai suoi colleghi europei fallirà nel suo scopo di salvare l’euro, ma affosserà la già traballante economia europea.

Non dimentichiamo che la Gran Bretagna, sede di uno dei principali centri finanziari e di potere (occulto e non) del pianeta, ha scelto furbescamente di non aderire alla moneta unica, pur facendo parte della bce (con tutti i vantaggi in termini di profitti), mantenendo l'uso della clausola di opting out, ovvero di esenzione dall’adozione dell’euro, nel Trattato di Maastricht. Ed ultimamente, il primo ministro britannico, David Cameron, ha rifiutato di aderire alla riforma dei trattati ue.

Per sottolineare l'inutilità della manovra, basta considerare le cifre che vengono spese per il nostro apparato militare[10]: oltre a colf, alloggi e macchine di lusso per gli alti ufficiali, parliamo di un arsenale voluto dall’attuale ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, quando era ammiraglio di Marina ai vertici dello Stato Maggiore, costato un miliardo e mezzo per la portaerei Cavour (che succhia ogni giorno centomila euro se sta ferma in porto e duecentomila se è in navigazione, del tutto ignota la sua utilità in termini di difesa), 15 e più miliardi di euro per i famosi cacciabombardieri F-35 e altri sei miliardi di euro per dieci fregate Fremm.

Altro pericolo del provvedimento varato da Monti, la svendita dei beni comuni italiani, e in particolare della terra, in un futuro di crisi energetiche ed ambientali in cui diventerà fondamentale per la sopravvivenza la disponibilità di suoli coltivabili: «per incassare 6 miliardi, circa l’8% di quanto paghiamo di interessi sul debito pubblico ogni anno, pare andranno in vendita 338.000 ettari di terreni agricoli che oggi sono proprietà pubblica. Se non si farà attenzione, le conseguenze di una tale scelta, che in Africa è nota come land grab (appropriazione di terra) operata da grandi gruppi multinazionali, potrebbero essere serie, e portarci verso la dipendenza alimentare dall’agrobusiness. […] Lo Stato italiano è proprietario, direttamente o tramite enti pubblici, di ingenti beni che fanno gola a molti. Gran parte di questi, che forniscono utilità indispensabili per garantire la sovranità dello Stato o la sua capacità di offrire servizi pubblici, non possono essere trattati come fossero proprietà privata del governo in carica»[11].

Inoltre, dopo un ventennio di svendite, qualcosa è ancora rimasto in mano allo Stato italiano, come ad esempio l'eni (ormai società misto pubblico-privato, tra i principali azionisti privati il colosso bancario Bnp Paribas Sa e il fondo americano Blackrock Inc., che ha un patrimonio totale di 3.650 miliardi di dollari…). E se l’Italia affonda, deve svendere anche le sue ultime azioni del patrimonio pubblico. Ormai è chiaro che la politica energetica di Berlusconi diede molto fastidio alle lobby internazionali, dopo gli accordi con Libia e Russia. Ucciso Gheddafi, ora l'eni è in difficoltà, dato che nessun accordo con il nuovo governo libico è stato ancora intavolato. Attualmente, solo il 30% dell'eni è in mano pubblica...

Infine, con quasi 2500 tonnellate di oro, l’Italia possiede la terza maggior riserva di oro al mondo, dopo Stati Uniti e Germania. Mettere in ginocchio un paese con le tasche così piene d’oro è il sogno di ogni potente speculatore.

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Il golpe oligarchico mondiale

Questa è quella che appare come una situazione molto complessa e pericolosa, tra attacchi speculativi e rischio di recessione e crollo dell'Euro. Non sappiamo cosa accadrà, ma gli scenari sono davvero preoccupanti. A questo punto è molto interessante la chiave di lettura del momento storico generale che ci offre il Grande Oriente Democratico, circolo massonico italiano, che potremmo definire di minoranza, rispetto agli altri ordini segreti, dato che pare non concordi con l'attuale status quo:

 

«Qualunque manovra di rigore e austerità, anche la più estrema, non servirà a sanare la Crisi in corso dal 2007-2008. Semmai servirà ad aggravare tale Crisi. Questo lo sanno benissimo e anzi lo auspicano coloro che, però, alimentano il teatrino politico-mediatico che invoca le solite nenie neoliberiste: tagli, riduzioni, contrazioni, sacrifici, privatizzazioni, liberalizzazioni, etc. Poi c’è la solita fetta di utili idioti cortigiani e decerebrati che crede davvero alle filastrocche cantate ieri dai corifei del Washington Consensus, cui oggi si aggiungono quelle del Bruxelles-Frankfurt Consensus.

Invece che un Dominio Neo-Feudale stabile, gerarchizzato e pacificato che renda alcuni ricchi sempre più ricchi e tutti gli altri ricchi, benestanti, mediostanti e poveri sempre più poveri, potrebbe scatenarsi un’ANARCHIA generale e distruttiva dagli esiti imprevedibili.

Invece che ORDO AB CHAO in senso contro-iniziatico e non scozzese (come auspicano gli Oligarchi di certa Destra Massonica e Paramassonica globalizzata), potremmo andare incontro ad un CAOS distruttivo, inarrestabile e ingovernabile anche da parte delle elites occulte che l’abbiano scatenato.

Infine, se si procedesse come si sta procedendo verso una RECESSIONE/DEPRESSIONE di proporzioni bibliche, è vero che ne guadagnerebbero alcuni ristretti circoli oligarchici ed elitari sovra-nazionali (fra cui alcuni con solide basi anche in Germania e Francia, oltre che nel Regno Unito e negli USA), ma l’insieme delle imprese, dei commercianti, dei produttori e dei cittadini tedeschi, francesi, britannici e statunitensi sarebbero travolti da una Grande Crisi che farebbe impallidire quella del 1929. È tutto CHIARO?

Da una parte c’è la VIA degli APPRENDISTI STREGONI della DESTRA MASSONICA E PARAMASSONICA SOVRANAZIONALE che, nei vari paesi occidentali, mette indifferentemente a libro paga politici, tecnocrati, intellettuali, opinionisti e giornalisti di destra, di centro e di sinistra pur di portare sino in fondo il proprio GOLPE GLOBALE OLIGARCHICO. Per realizzare questo GOLPE è necessario che l’attuale crisi economica occidentale si aggravi, non che migliori. E per aggravare la crisi è necessario cinesizzare l’Europa, mediante le consuete politiche neoliberiste dure, pure e intransigenti, di concerto con l’espansione dell’economia e del modello cinese, laddove la Cina è il perfetto paradigma di un Governo Tecnocratico ed Elitario della Res Publica.

Per BCE, FMI, Banca Mondiale, OCSE, WTO, Governo cinese e Governo russo, Aristocrazie arabe e LOGGE/LOBBIES occidentali contro-iniziatiche, le procedure democratiche e liberali sono una inutile perdita di tempo e di denaro.

Ciò che conta è che una ELITE di ILLUMINATI e OLIGARCHI (in Cina si chiamano Partito Comunista, in Russia sono in gran parte ex dirigenti del KGB e degli altri servizi, ai vertici delle istituzioni finanziarie internazionali sono vassalli delle Oligarchie occulte con squadra, compasso e svastica, e così via) vuole usare l’impoverimento economico, politico e sociale che sarà prodotto dalla crisi come grimaldello per imporre un Nuovo Feudalesimo con una Aristocrazia sovra-nazionale del Denaro che tutto sorvegli, controlli e reprima come e peggio che in 1984 di George Orwell.

Dall’altra parte c’è la nostra VIA.

Quella che in Italia è battuta da coloro che simpatizzano per Grande Oriente Democratico, massoni e non massoni, fuori e dentro le istituzioni, certamente dentro la società civile nelle sue varie componenti»[12].

 

Quelle che potrebbero sembrare elucubrazioni insane, sono probabilmente alcune delle più lucide analisi della complessa situazione mondiale: dietro un’apparentemente normale gestione politica delle situazioni, si muovono forze oscure che manipolano governi ed istituzioni, che instillano il caos al fine di accrescere il loro controllo e il loro potere, mettendo in atto il loro «golpe oligarchico globale», mettendo in ginocchio come schiavi i popoli, per imporre un «Nuovo Feudalesimo». E in Italia, i rappresentanti diretti di queste élite di oligarchi, sono proprio Monti&C., di cui certo non ci dimenticheremo facilmente.

 

GENNAIO 2012

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[1] La demenza generalizzata del popolo italiano, di Costanzo Preve, 27/12/2011, www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=print&sid=9579

[2] «Mediaset ha ceduto il 12,04% a 2,2 euro. È il resoconto finale di una giornata difficile per il titolo del gruppo che fa capo al presidente del consiglio Silvio Berlusconi. In calo le altre società dell'impero del premier. Mediolanum ha perso il 4,08% dopo i conti dei nove mesi e Mondadori il 2,93%. Debole fin dalle prime battute, Mediaset è stata congelata per eccessiva volatilità a circa un'ora dalla chiusura, dopo che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha annunciato lo scioglimento delle camere qualora non si formasse «entro breve» un nuovo governo». Cit. in La speculazione affonda Piazza Affari e Wall Street, crolla Mediaset, di Davide Fumagalli, 9 novembre 2011, www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201111091854304509&chkAgenzie=TMFI.

Inoltre, vi invitiamo a leggere le lettere pubbliche che Gioele Magaldi, Gran Maestro della Loggia Grande Oriente Democratico, già scrisse a Berlusconi a luglio e dicembre 2010, invitandolo a tornare sulla retta via dei progetti concordati con le massonerie, e che il premier non stava più portando avanti.

www.grandeoriente-democratico.com/lettera_aperta_n1_al_Fratello_Silvio_Berlusconi_del_26_luglio_2010.html e

www.grandeoriente-democratico.com/lettera_aperta_n2_al_Fratello_Silvio_Berlusconi.html

[3] Per capire di chi stiamo parlando: Goldman Sachs con altre banche d'affari ed hedge funds ha creato la tragica crisi dei mutui sub-prime e della Lehman Brothers, nel 2008, perché, proprio mentre finanziavano i mutui a soggetti insolventi, rivendendoli ad altre banche come titoli di certo rendimento, comprarono i titoli assicurativi contro la bancarotta, intascando miliardi di dollari al loro crollo, da loro stessi manovrato sui mercati internazionali. Infine, hanno messo a punto un ultimo grande colpo, la richiesta di salvataggio al governo usa.

La stessa Goldman Sachs ha creato un titolo, l'Abacus 2007-ac1, con cui scommetteva contro il mercato immobiliare, anche contro i suoi stessi clienti possessori di prodotti collegati ai mutui. La Sec (organismo di controllo, la Consob americana) ha denunciato l'operazione, riconoscendo praticamente la responsabilità di Wall Street nel crollo del mercato immobiliare. Secondo la Sec, la Goldman Sachs manipolava le informazioni, ne rilasciava di inesatte, omettendo fatti chiave.

E ricordiamo che Goldman Sachs ha avuto come consulenti i principali uomini politici della «sinistra» e della destra italiana degli ultimi anni, da Lamberto Dini a Romano Prodi, passando al gran visir di Berlusconi Gianni Letta, fino all'attuale governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi: i disegni criminosi di Goldman Sachs non possono essere portati a termine senza la complicità di istituzioni politiche ed economiche.

Anche in Usa, i ministri del Tesoro dalla presidenza Clinton in poi, tra cui Henry Paulson, autore del megasalvataggio delle banche, sono stati nella Goldman Sachs: si parla di un unico ed ininterrotto «Governo Goldman», che ha lavorato alacremente per deregolamentare tutto il possibile. Fu proprio il ministro Paulson, quando era alla Goldman, a far comprare quegli strani derivati immobiliari, facendola finire così in un mare di guai. La stessa Goldman Sachs è stata la prima finanziatrice di Obama: tutti i candidati presidenziali vengono finanziati, attraverso «donazioni» ed altri modi, dalle grandi banche (ad oggi il più finanziato e quindi il più probabile presidente americano è Mitt Romney). E l'amministrazione Obama, appena entrata in carica, ha nominato in posti chiave loro persone di fiducia, facenti parte della Commissione Trilaterale, così come Mario Monti in Italia.

E le banche d'affari hanno inoltre mascherato i conti pubblici di Italia, Grecia ed altri paesi europei, attraverso meccanismi di trading finanziario, aggirando il Patto di Stabilità europeo, utilizzando gli stessi metodi utilizzati da Wall Street per creare la bolla speculativa dei mutui sub-prime.

Infine, invitiamo alla lettura dell'articolo del giornalista e critico d'arte Johan Hari, «Come Goldman Sachs ha scommesso sulla morte per fame dei poveri. E ha vinto», che ci racconta come la crisi alimentare del 2006 ha avuto origine dalle speculazioni delle banche sui generi alimentari di prima necessità, cit. al termine del mio articolo Ma quale crisi? L'economia della truffa, «Città Future», n. 03.

[5] George Soros, Giulio Tremonti, Romano Prodi, Franco Bernabé, Carlo Azeglio Ciampi e Beniamino Andreatta sono alcuni dei protagonisti della svendita del patrimonio pubblico ai capitali stranieri (Goldman Sachs, Barings, Warburg e Morgan Stanley): i bot italiani vennero immediatamente declassati dalle agenzie di rating e lo speculatore  Soros, cercò di impossessarsi di 10.000 miliardi di lire della Banca d’Italia, speculando sterlina contro lira. Carlo Azeglio Ciampi, all'epoca governatore di Bankitalia, per “impedire” tale speculazione, bruciò le riserve in valuta straniera, pari a 48 miliardi di dollari. In seguito divenne Presidente della Repubblica. Su George Soros indagarono le procure di Roma e Napoli, ma le accuse caddero nel vuoto. A seguito di questo attacco mirato alla lira, e della sua immediata svalutazione del 30%, partì la più grande privatizzazione di Stato a prezzi stracciati, per opera dei governi Amato (1992-1993) e Prodi (1996-1998).

[6] Le principali agenzie di rating sono le americane Standard & Poors, Moody's, e Fitch, che valutano imprese e titoli obbligazionari (con una valutazione che va da aaa a d), e non sono indipendenti, dato sono entità private, strutturate come società per azioni (e sono quindi sottoposte al principio del massimo profitto possibile), effettuando le loro valutazioni a pagamento (con un potenziale conflitto d'interessi, a volte anche quando non è richiesto). Hanno partecipazioni dirette, anche attraverso i membri dei loro consigli direttivi, nelle più grandi corporations e banche internazionali, anche nelle banche coinvolte nelle operazioni di finanza derivata: Standard & Poor's, è sussidiaria della multinazionale McGraw-Hill Companies, colosso delle comunicazioni, editoria, costruzioni, e presente in quasi tutti i settori economici. Il presidente, Harold McGraw iii, è membro dei consigli d'amministrazioni della United Technology (armamenti) e della Conoco Phillips (energia e petrolio). Gli altri membri del boards della McGraw-Hill sono rappresentanti di alto rango della banca Citigroup, della Henry Schroder Bank, della Coca Cola, della Credit Union del FMI-World Bank, della British Petroleum, dell'assicurazione State Farm Insurance Company, della Helmyck & Payne (petrolio), della Eli Lilly (farmaceutica). Così come per Standard & Poor's, per quanto riguarda le altre due principali agenzie di rating, il discorso è lo stesso (si veda Elio Lannutti, Bankster. Molto peggio di Al Capone i vampiri di Wall Street e Piazza Affari, Editori Riuniti, Roma 2010, pp. 35-38 e successive): anche nei loro consigli d'amministrazione siede il gotha della finanza mondiale, che praticamente può decidere anche le azioni delle agenzie di rating stesse, che valutano imprese e titoli obbligazionari, decidendo quindi il loro destino, con conseguenze pesantissime sull'andamento dell'economia, che viene praticamente pilotato.

[7] Le smart bombs di Wall Street, di Manlio Dinucci, «il manifesto», 13 dicembre 2011.

[8]   Prem Shankar Jha, Il caos prossimo venturo. Il capitalismo contemporaneo e la crisi delle nazioni, Neri Pozza, Vicenza 2007.

[9] «Il regolamento di Basilea 1, stabilito nel 1988 presso la Banca dei Regolamenti Internazionali, portò la riserva frazionaria al 2%, oggi; nell’omertà assoluta, in questi giorni di caos finanziario, tale percentuale è stata ulteriormente abbassata. In pratica, se la riserva è l’1%, ogni 100 euro di depositi la banca deve tenere 1 euro in attività liquide o facilmente liquidabili, mentre può prestare i restanti 99 euro. Se questi 99 verranno prestati ad un’altra banca, questa a sua volta dovrà tenerne 1,98 sotto forma di riserva frazionaria e potrà prestare i restanti 97,02, e così via. In pratica è un moltiplicatore dei depositi, in pratica si possono accreditare soldi che in realtà non esistono. Lo scopo della riserva è dunque di obbligare le banche a garantire un livello minimo di liquidità, che deve soddisfare la normale operatività degli istituti. Abbassando la percentuale di riserva si da la possibilità di una ulteriore espansione del credito fittizio». La truffa si espande: la Bce ha dimezzato dal 2% all’1% il coefficiente di riserva obbligatorio per le banche di Italo Romano,

www.informarexresistere.fr/2011/12/15/la-truffa-si-espande-la-bce-ha-dimezzato-dal-2-all%e2%80%991-il-coefficiente-di-riserva-obbligatorio-per-le-banche/#ixzz1itYm5Omk.  

Le monete, dopo gli accordi di Bretton Woods del 1971 hanno perso la convertibilità in oro, ma il prezioso metallo è rimasto in tasca alle banche. Oggi la storia si ripete: in senso lato il contante é oro ad oggi. Non si può togliere il valore delle banconote del tutto, e allora ecco la strategia: crisi, conseguente graduale ritiro del contante al fine di evitare crisi future, conseguente asservimento totale al sistema debito. Così aumenta sempre più il controllo, tramite la “tracciabilità”.

[10] Dossier sulle spese militari firmato il 2 gennaio 2012 da Giampaolo Cadalanu su «la Repubblica, e riportato da Alessandro Giglioli sul suo blog, http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/01/02/il-tecnico/