IL LATO OSCURO DEL
GOVERNO MONTI
Massimo Ammendola
Pochi mesi fa, abbiamo assistito alla
caduta del governo Berlusconi. Esultanze da stadio, brindisi e feste in
piazza hanno accompagnato la fine di uno dei più controversi personaggi
del teatrino politico italiano, reo (ma a detta di chi?) di non aver
preso le dure ma necessarie decisioni per combattere la crisi economica
e il debito pubblico.
Le speranze degli italiani si sono
subito riversate su Mario Monti, salvatore della patria, economista di
chiara fama, che pare non vada a prostitute, oltre a farci fare un
figurone sulla scena internazionale. Personaggio di evidente equità: da
Commissario europeo ha avuto il coraggio di sanzionare la Microsoft
con una multa da 500 milioni. Peccato che nessuno si renda conto che
sono “bruscolini” per una multinazionale che ha 70 miliardi di dollari
di fatturato ed un utile netto di 23 miliardi...
Queste vicende ci offrono la conferma
che la manipolazione delle masse è ormai fin troppo ben congegnata:
Costanzo Preve parla di «esempio quasi da manuale di demenza
generalizzata», dato che «il puttaniere non era riuscito ad aumentare in
un colpo solo l’età pensionabile, mentre Monti, l’uomo che rispetta le
donne, lo ha fatto»[1]. Ma questo è solo un piccolo aspetto di
questo dramma collettivo a cui stiamo assistendo. La liquidazione delle
“democrazie” parlamentari in Europa, e la loro sostituzione coi “governi
dei banchieri”, segnala la volontà delle élite mondiali di non voler
cercare una soluzione al collasso del sistema finanziario globale, ma
solo di dirottare trilioni di dollari nelle loro tasche, imponendo ai
media il mito che alcune banche fossero troppo grandi per fallire. Ma
andiamo con ordine.
La cacciata di Berlusconi
Prima ancora che Berlusconi si
dimettesse, il presidente Napolitano si è affrettato a nominare senatore
a vita Monti, mettendo in atto una novità rispetto a quanto previsto per
un simile riconoscimento: l’articolo 59 della Costituzione consente al
Presidente della Repubblica di indicare per tale ambito persone che
abbiano «illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale,
scientifico, artistico e letterario». Non proprio la descrizione del
prof. Monti che, tre giorni dopo la sua nomina a senatore a vita, è
stato incaricato di presiedere il governo tecnico.
Sulle dimissioni di Berlusconi, è
evidente l'ombra di speculazioni finanziarie che hanno “invitato” l'ex
premier a farsi da parte: per ultima, è stata presa di mira Mediaset da
una speculazione guidata da due fondi di investimento americani, che
hanno abbattuto il titolo del 12% in un sol giorno[2]:
seppur mediocre, il governo è stato sfiduciato dall’uso del terrore
finanziario. In precedenza, il credito sovrano dell’Italia e quello
delle sue banche sono stati fatti oggetto di speculazione mirata e
massiccia, dapprima scatenata dalla retrocessione di
Moody’s di inizio ottobre e
poi dalla decisione dell’eba,
l’autorità bancaria europea, che a inizio novembre ha costretto le
banche internazionali a sbarazzarsi di titoli italiani. Tutto ciò,
mentre Washington, Londra, Parigi e Berlino hanno messo alle strette
l’Italia accusandola di far fallire l’Eurosistema a causa di una
“mancanza di credibilità” del suo esecutivo sui temi economici.
Tuttavia, nonostante i media abbiano
costruito un grande e diffuso consenso alla nomina di Monti, la reazione
dei mercati al nuovo governo non è stata certo entusiasmante. Lo
spread continua a oscillare,
in Europa si inizia a parlare di recessione.
Chi sono Monti&C.?
Eppure, il nostro supertecnico Monti è
stato international advisor per Goldman Sachs, una delle
banche d'affari più potenti e spietate del mondo[3]; è
presidente europeo della Commissione Trilaterale, organizzazione
elitaria che effettua lobbying dietro le quinte per condizionare
l’economia e la politica, fondata nel 1973 da David Rockefeller, Henry
Kissinger e Zbigniew Brzezinski; appartiene al comitato direttivo del
Gruppo Bilderberg, altra lobby occulta, costituita da personalità
influenti in campo politico, economico, militare e bancario, che si
riunisce a porte chiuse una volta all'anno; è membro dell'Aspen
Institute Italia, altra associazione a porte chiuse che discute di
economia.
Gli uomini che Monti ha scelto nella sua
squadra di governo, sono tutti provenienti da lobby, alta
finanza, multinazionali e banche d'affari, o da realtà
economico-governative dell'Italia e dell'Unione Europea, quelle che si
occupano della stabilità dei paesi membri, o per meglio dire, della
stabilità dei profitti delle banche e degli hedge funds.
Qualche nome? Il viceministro
dell'Economia Vittorio Grilli; il ministro dello Sviluppo Economico,
Infrastrutture e Trasporti ed ex banchiere Corrado Passera; Giuliomaria
Terzi di Sant’Agata, ministro degli Affari Esteri, nominato mentre era
ambasciatore italiano negli usa,
e vicino ad Israele, che ha subito segnalato un perfetto allineamento al
blocco anglo-francese; Giampaolo Di Paola, ministro della Difesa per la
prima volta nella storia proveniente dall'esercito, che viene inoltre
dalla Presidenza del Comitato militare della
nato, la più alta autorità
militare dell’Alleanza Atlantica, che ha coordinato i bombardamenti
“equi e solidali” in Libia, andando ben oltre la risoluzione iniziale
dell’onu (nel caso di
future operazioni contro la Siria o l’Iran, il meccanismo decisionale
sarà ancor più oliato). Per non parlare della piagnucolante Elsa
Fornero, ministro al Lavoro e Politiche sociali con delega alle Pari
opportunità, da sempre convinta sostenitrice della distruzione delle
pensioni e del welfare, ed ex membro del consiglio di Banca Intesa San
Paolo e della Banca Mondiale
(immaginiamo che seduta a questi prestigiosi e potenti tavoli non abbia
mai pianto); o di Paola Severino, ministro della Giustizia, consulente
legale di società, associazioni di categoria e banche, rappresentante
legale dell’eni per lo
scandalo tangenti in Nigeria, e di altri politici e mafiosi di rilievo;
o ancora dell'inquinatore convinto Corrado Clini, ministero
all’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare[4].
L’Europa sotto scacco
Dopo anni di governi di marionette, in
cui destra e sinistra si confondevano, essendo entrambe nelle mani dei
potentati economici, per la prima volta ecco un governo direttamente dei
poteri forti, zeppo di uomini che hanno già operato in Italia nel
passato (che ha prodotto questo presente). Ma è tutta l'Europa ad essere
sotto scacco: alla Banca Centrale Europea hanno nominato Mario Draghi,
ex-governatore di Bankitalia e vicepresidente Goldman Sachs,
colui che nel 1993 presiedette il Comitato per le Privatizzazioni,
l’artefice delle grandi privatizzazioni statali (iri,
telecom,
enel, eni e
altre grandi aziende dello Stato)[5].
Ed è la bce che dovrebbe
intervenire per fermare il collasso dell’Europa e dell’Euro, ma Draghi
si rifiuta: il suo rifiuto scatena la bocciature delle agenzie di rating[6],
che scatenano altro panico dei mercati che ci affosseranno sempre più
velocemente.
In Grecia, subito dopo la proposta di
referendum dell'ex premier Papandreou, hanno nominato al suo posto Lucas
Papademos, economista ed ex presidente della Banca centrale europea, con
un governo pieno zeppo di ex commissari
ue.
Così come sta accadendo nel resto del
mondo, va avanti il piano di distruzione, da parte dell'Alta Finanza,
degli stati-nazioni, attraverso la crisi finanziaria, che viene
utilizzata per richiedere i necessari sacrifici, imposti come una
medicina miracolosa da ue-bce-fmi:
anche se il declino economico dell’Italia (e delle altre nazioni) non
dipende dal debito pubblico, che fino agli anni Ottanta, ha anzi aiutato
a tenere alti i tassi di sviluppo. La necessità predicata fino
all'isterismo di eliminare ogni deficit di bilancio degli Stati deriva
interamente dal fatto che un deficit contratto con l'Euro non sovrano
(la Banca Centrale Europea è un insieme di banche private) è un peso
insostenibile per lo Stato: per sostenere un sistema insolvente per
natura ci spoglieranno di ogni bene.
Nella nostra totale inconsapevolezza:
come scrive Manlio Dinucci, vengono utilizzate delle smart bombs, “bombe
intelligenti”, che «sono oggi massicciamente impiegate per mistificare
la realtà della crisi, per convincerci che essa è provocata dal debito
pubblico e che, per salvarci, dobbiamo fare duri sacrifici tagliando le
spese sociali. Il debito pubblico è però conseguenza, non causa della
crisi. Essa è dovuta al funzionamento stesso del mercato finanziario,
dominato da potenti banche e gruppi multinazionali. Basti pensare che il
valore delle azioni quotate a Wall Street, e nelle borse europee
e giapponesi, supera quello di tutti i beni e servizi prodotti
annualmente nel mondo. Le operazioni speculative, effettuate con enormi
capitali, creano un artificioso aumento dei prezzi delle azioni e di
altri titoli, che non corrisponde a una effettiva crescita dell'economia
reale: una «bolla speculativa» che prima o poi esplode, provocando una
crisi finanziaria. A questo punto intervengono gli stati con operazioni
di «salvataggio», riversando denaro pubblico (e quindi accrescendo il
debito) nelle casse delle grandi banche e dei gruppi finanziari privati
che hanno provocato la crisi»[7].
E anche vere bombe intelligenti sono
usate da quest'asse economico-politico: non è un caso, continua Dinucci,
che «le ultime guerre, effettuate dagli Stati Uniti e dalla
nato, hanno
«intelligentemente» colpito stati situati nelle aree ricche di petrolio
(Iraq e Libia) o con una importante posizione regionale (Jugoslavia e
Afghanistan). Stati come l'Iraq di Saddam Hussein, che minacciava di
sganciarsi dal dollaro vendendo petrolio in euro e altre valute, o come
la Libia di Gheddafi, che programmava di creare il dinaro d'oro quale
concorrente del dollaro e promoveva organismi finanziari autonomi
dell'Unione africana, il cui sviluppo avrebbe ridotto l'influenza della
Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale. Per analoghe
ragioni si prendono ora di mira Siria e Iran. Crisi e guerra sono due
facce della stessa medaglia. Anche perché la guerra fa crescere la spesa
militare che, appesantendo il debito pubblico, impone ulteriori
sacrifici. L'Italia, stima il Sipri, è arrivata a una spesa militare
annua di 28 miliardi di euro, all'incirca il costo della manovra. Ma non
se ne parla. Le bombe di Wall Street sono davvero intelligenti».
Il caos prossimo venturo
Ma quando è iniziato questo processo di
distruzione degli stati-nazione?
I primi inconfondibili segnali della
fine del capitalismo basato sullo stato-nazione arrivarono nel momento
del massimo trionfo dell’Occidente, cioè agli inizi degli anni Novanta,
in cui si assiste al rallentamento della crescita economica, per la
concomitanza di tre fattori: calo brusco del tasso di crescita del
prodotto interno lordo e della produttività, l’emergere di una
disoccupazione ed una precarietà cronica e crescente, ed infine una
distribuzione sempre più diseguale dei redditi e della ricchezza.
Era la rinascita del «mercato
autoregolato»: nei paesi industrializzati si sperimentava la
disoccupazione cronica, l’erosione dello stato sociale attraverso la
limitazione delle prestazioni e la privatizzazione dei servizi pubblici,
l’ampliamento delle disparità produttive, la deregolamentazione delle
condizioni di lavoro e la conseguente «corsa al ribasso» di retribuzioni
e qualità dell’ambiente di lavoro.
Il movimento sindacale veniva fortemente
indebolito; salari, orari e condizioni di lavoro furono deregolamentati
a discapito dei lavoratori; i divari di reddito si ampliarono; le
prestazioni del welfare furono ridotte o privatizzate; i lavoratori
smarrirono insomma ogni certezza, perdendo il loro posto nella società,
tornando ad essere un «fattore di produzione», e ciò causò la
disgregazione di famiglie e comunità, e nei casi più estremi la
dissoluzione della famiglia, a causa degli spostamenti forzati.
Tutto ciò accade per la progressiva
«deindustrializzazione» dei paesi fortemente industrializzati: è una
conseguenza diretta della globalizzazione, perché il capitale si sposta
in quei paesi dove si produce in loco, a prezzi più bassi, essendo
crollati anche i prezzi di trasporto internazionale. Il capitalismo ha
cominciato a distruggere non semplicemente l’istituzione del mercato
nazionale, ma anche l’architettura di leggi, convenzioni e
organizzazioni, edificate nel corso di oltre due secoli, che l’avevano
sorretto e umanizzato[8].
La crisi pianificata
L’implosione dell’economia, iniziata nel
2008 con il crollo del mercato immobiliare statunitense, pare studiata a
tavolino dai banchieri per strangolare e abbattere gli stati e le
economie globali. Mentre nuovi venti di guerra soffiano pericolosamente
sulla Siria e sull'Iran, e Obama firma il National Defense
Authorization Act (che sancisce la possibilità di stanare ed
imprigionare gli americani nei campi di internamento, ma anche ad
assassinare oppositori ed attaccare obiettivi specifici), in Europa
nessuno stato può emettere Euro liberamente, e quindi devono
rastrellarli facendo prestiti a destra e a manca, con gli investitori
che avendo paura di non essere più rimborsati puntualmente, ci chiedono
tassi d’interesse altissimi, insostenibili, facendoci scivolare verso il
default. I fondi di salvataggio stanziati (a scopo di lucro) sono
un salvagente ma solo per gli organi finanziari: per salvare gli Stati
in crisi parliamo di cifre ben superiori. Ed è la Germania, in questo
momento, che può permettersi di scegliere per l'Europa: temporeggia per
quanto riguarda l'idea di far diventare europeo e collettivo anche il
debito pubblico dei singoli stati, una soluzione che permetterebbe,
almeno nell'immediato, di mantenere basso il rapporto debito/ricchezza e
quindi di fare mantenere bassi i tassi d'interesse. E alla Germania ciò
conviene poiché ha un rapporto debito pubblico/ricchezza basso, tale da
permettersi di rinegoziare il debito con le banche a tassi addirittura
negativi, ultravantaggiosi perché gli investori preferiscono ricevere
anche meno soldi, ma che siano più sicuri, e così nel frattempo continua
a risparmiare tanto denaro. L'Italia e gli altri paesi più deboli,
invece, hanno un rapporto debito/ricchezza di gran lunga superiore (120%
per l'Italia, ed è in continua salita, per cui vede quasi ogni giorno
aumentare il confronto con quello tedesco, il famoso spread), e
quindi sono strozzati da tassi molto alti. Finché la Germania vorrà
continuare a risparmiare, il default dell'Europa resta imminente.
Unione Europea o Grande Fratello?
Inoltre è stato introdotto, per la
salvezza delle banche e della grande finanza internazionale, durante il
Consiglio europeo dell'8 e 9 dicembre 2011, il Meccanismo Europeo di
Stabilità, (esm, The
European Stability Mechanism): il terreno fu preparato già a ottobre
2010, quando si decise che c'era la necessità di un meccanismo
permanente per la salvaguardia finanziaria dei governi
ue, un fondo per prestiti
(con interessi) per i paesi in crisi finanziaria.
Con questa azione subdola, 17 paesi
dell'eurozona saranno costretti a cedere nuovamente sovranità e a
contribuire con ingenti somme (500 miliardi, che potrebbero aumentare in
qualsiasi momento) ad una struttura internazionale, l'esm,
che opererà nel segreto professionale, con un regime di totale immunità
e ingiudicabilità (ma potrà aprire procedimenti legali contro chiunque),
ed è esente da tassazione. Entro 7 giorni dalla notifica di pagamento,
gli Stati dovranno pagare la cifra. L'Italia sarà costretta a finanziare
l'esm con 125 e rotti
miliardi di euro. L'esm è
stato votato da pd,
pdl,
idv e Verdi! Contro ha
votato solo la Lega...
In precedenza, è stato adottato il
«Semestre europeo», che impone ai parlamenti nazionali il poter
approvare le rispettive finanziarie solo dopo che esse saranno state
esaminate e approvate dalla Commissione Europea di tecnocrati
neoliberisti, con sanzioni pecuniarie per gli Stati disobbedienti; oltre
al «Patto Euro plus», che contiene misure anti-lavoratori, misure di
allungamento dell’età pensionabile, tagli agli stipendi pubblici e ai
servizi essenziali, e obbligo di trasposizione del divieto di spesa a
deficit nelle Costituzioni nazionali.
La Corte Europea di Giustizia, che
secondo il Trattato di Lisbona ha già supremazia sulle nostre
Costituzioni (di fatto esautorate), ha il potere di vigilare che tutto
ciò accada.
Persino le emissioni dei titoli di
Stato, la più semplice operazione di spesa sovrana, saranno prima
giudicate da questi tecnocrati, e solo dopo permesse.
Inoltre, nel silenzio assoluto, da anni,
è in atto l'imposizione di una polizia militare europea con poteri
illimitati.
L'ipotesi sarebbe quella di abolire la
Guardia di Finanza, sciogliere l’Arma dei Carabinieri (facendo
transitare uomini di Marina, Esercito ed Aeronautica nella pubblica
amministrazione), per poi sottoporre il controllo delle forze d'ordine a
una forza di polizia sovranazionale, l'eurogendfor,
ratificato con il trattato di Velsen.
Questa Gendarmeria europea assume tutte
le funzioni delle normali forze dell’ordine (carabinieri e polizia),
indagini e arresti compresi, oltre ad operare come polizia di frontiera
e acquisire informazioni e svolgere operazioni di intelligence; la
nato avrà voce in capitolo
nella sua gestione operativa; il nuovo corpo risponde esclusivamente a
un comitato interministeriale, composto dai ministri degli Esteri e
della Difesa dei paesi firmatari; oltre ad avere l'inviolabilità dei
locali, degli edifici e degli archivi, l'immunità delle proprietà e dei
capitali da provvedimenti esecutivi dell'autorità giudiziaria dei
singoli stati nazionali, e la non intercettabilità di tutte le
comunicazioni degli ufficiali. Altri articoli del trattato fondativo,
prevedono che i Paesi firmatari rinuncino a chiedere un indennizzo per
danni procurati alle proprietà nel corso della preparazione o esecuzione
delle operazioni, e che gli appartenenti dell'eurogendfor
non potranno subire procedimenti a loro carico a seguito di una sentenza
emanata contro di loro, e potrà operare «anche in sostituzione delle
forze di polizia aventi status civile», in tutte le fasi di gestione di
una crisi e che il proprio personale potrà essere sottoposto
all'autorità civile o sotto comando militare.
Nel 2010 Camera e Senato hanno
ratificato l’accordo all’unanimità. Il 12 giugno il Trattato di Velsen è
entrato entra in vigore in Italia, con la legge di ratifica n° 84,
riguardando direttamente l’Arma dei Carabinieri, che verrà assorbita
nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo
livello. Come ha fatto notare il giornalista che ha scovato la notizia,
il freelance Gianni Lannes (che per le sue inchieste ora gira con la
scorta), è passata inosservata un’anomalia clamorosa. Il quartiere
generale europeo è insediato a Vicenza nella caserma dei carabinieri
«Chinotto» fin dal 2006, nella città dove da decenni ha sede Camp
Ederle, a cui nel 2013 si affiancherà la seconda base statunitense «Dal
Molin», una sede dell’Africom, il comando americano per il quadrante
mediterraneo-africano.
Il quadro è completo con il Trattato di
Lisbona, carta dell'Europa dei grandi gruppi di potere finanziario:
all’articolo 52 paragrafo 3 integra la Convenzione Europea per la
salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle libertà fondamentali (cedu)
a parte costituente del trattato, che all’articolo 2 comma 2, in merito
al diritto alla vita, così recita: «La morte non si considera inflitta
in violazione di questo articolo quando risulta da un ricorso alla forza
resosi assolutamente necessario [...] per reprimere, in modo conforme
alla legge, una sommossa o una insurrezione».
Cosa accade in Italia
Questo nuovo Consiglio dei ministri
procede anche a mezzo di
“ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente”: come da prassi,
ormai, nelle emergenze del nostro paese, c'è
uno scudo protettivo sul governo Monti per attuare
azioni straordinarie, che non avrebbero potuto realizzare i governi
“politici” senza la dichiarazione di stato di emergenza.
Monti attuerà misure drastiche e pesanti
per gli italiani: privatizzazioni (quel che resta ancora in mano
pubblica); tagli alle pensioni e aumento dell'età pensionabile
(violentemente antisociale: la ciliegina è il blocco dell'adeguamento
all'inflazione); flessibilità nel mercato (ossia licenziamenti più
immediati); rivalutazioni delle rendite catastali al 60%; tassa sui
capitali scudati, ma sui grandi patrimoni? (secondo Monti «sono un
concetto facilissimo da cogliere mentalmente, difficilissimo da cogliere
fiscalmente»); se una banca andrà in passivo, sarà lo Stato garante;
tagli per 5 miliardi agli enti locali, servizi e welfare sempre più
decimati; aumento dell'Iva; rincari sulla benzina; reintroduzione
dell'Ici sulla prima casa (si chiamerà Imu); convenzione con le banche
per obbligare ad avere il conto corrente e carta di debito ai pensionati
che percepiscono importi superiori ai 500 euro; inoltre non si potrà
pagare più in contanti per qualsiasi transazione superiore ai 1000 euro:
verrà creata moneta virtuale, dal nulla, che non esiste[9],
mentre viaggiamo a passo spedito verso la scomparsa del denaro cartaceo
con l'introduzione della moneta elettronica e tutto quello che ne
consegue come ulteriore strumento di controllo; liberalizzazione della
vendita dei psicofarmaci nei supermercati. Il resto sono soldi alle
piccole imprese, alle grandi (infrastrutture) e alle banche. Nulla,
proprio nulla, di equo. E l'evasione fiscale? E i privilegi? I beni
della chiesa? Le spese militari? È la distruzione dello Stato-nazione e
del welfare-state.
C'è chi parla di un peso pari a 2000
euro all'anno a famiglia grazie alla manovra, chi di 6500 euro, a causa
della concomitanza con l'ultima manovra di Berlusconi: lacrime e sangue!
Valore complessivo della manovra “salva
Italia” 39,97 miliardi di euro. Di cui il 90% è rappresentato da nuove
tasse. Ma la vera notizia del giorno è uscita solo su Il Sole 24 Ore:
«La Banca d'Italia è autorizzata a svolgere le trattative con il Fondo
monetario internazionale per la conclusione di un accordo di prestito
bilaterale per un ammontare pari a 23 miliardi e 480 milioni di euro.
L'accordo diventa esecutivo a decorrere dalla data di entrata in vigore
del presente decreto legge».
La cosa peggiore del governo “tecnico”
di Mario Monti non è solo la dura politica di tagli, dismissioni,
privatizzazioni, licenziamenti facili e aumento delle tasse, ma il fatto
che essa sarà completamente inutile. Il debito pubblico è in continuo
aumento, e questa manovra non riuscirà neanche a tamponarlo, ci
vorrebbero varie dozzine di queste manovre per pareggiarlo. Metà del
nostro debito, quasi mille miliardi, è in mano a banche e assicurazione
estere: finito il momento di entusiasmo gli investitori esteri
potrebbero riperdere fiducia e decidere di non sobbarcarsi più l'onere
del debito italiano, e si ritornerebbe alla situazione di partenza.
E poi, nel momento in cui si aumentano i
tagli e le tasse, anche un bambino capisce che si contraggono anche i
consumi, la linfa di questo corrotto sistema basato sullo sviluppo
infinito. Ci sono quindi ottime probabilità che la “cura” proposta da
Monti e dai suoi colleghi europei fallirà nel suo scopo di salvare
l’euro, ma affosserà la già traballante economia europea.
Non dimentichiamo che la Gran Bretagna,
sede di uno dei principali centri finanziari e di potere (occulto e non)
del pianeta, ha scelto furbescamente di non aderire alla moneta unica,
pur facendo parte della bce (con tutti i vantaggi in termini di profitti), mantenendo
l'uso della clausola di opting out,
ovvero di esenzione dall’adozione dell’euro, nel Trattato di Maastricht.
Ed ultimamente, il primo ministro britannico, David Cameron, ha
rifiutato di aderire alla riforma dei trattati
ue.
Per sottolineare l'inutilità della
manovra, basta considerare le cifre che vengono spese per il nostro
apparato militare[10]:
oltre a colf, alloggi e macchine di lusso per gli alti ufficiali,
parliamo di un arsenale voluto dall’attuale ministro della Difesa
Giampaolo Di Paola, quando era ammiraglio di Marina ai vertici dello
Stato Maggiore, costato un miliardo e mezzo per la portaerei Cavour (che
succhia ogni giorno centomila euro se sta ferma in porto e duecentomila
se è in navigazione, del tutto ignota la sua utilità in termini di
difesa), 15 e più miliardi di euro per i famosi cacciabombardieri F-35 e
altri sei miliardi di euro per dieci fregate Fremm.
Altro pericolo del provvedimento varato
da Monti, la svendita dei beni comuni italiani, e in particolare della
terra, in un futuro di crisi energetiche ed ambientali in cui diventerà
fondamentale per la sopravvivenza la disponibilità di suoli coltivabili:
«per incassare 6 miliardi, circa l’8% di quanto paghiamo di interessi
sul debito pubblico ogni anno, pare andranno in vendita 338.000 ettari
di terreni agricoli che oggi sono proprietà pubblica. Se non si farà
attenzione, le conseguenze di una tale scelta, che in Africa è nota come
land grab (appropriazione di terra) operata da grandi gruppi
multinazionali, potrebbero essere serie, e portarci verso la dipendenza
alimentare dall’agrobusiness. […] Lo Stato italiano è proprietario,
direttamente o tramite enti pubblici, di ingenti beni che fanno gola a
molti. Gran parte di questi, che forniscono utilità indispensabili per
garantire la sovranità dello Stato o la sua capacità di offrire servizi
pubblici, non possono essere trattati come fossero proprietà privata del
governo in carica»[11].
Inoltre, dopo un ventennio di svendite,
qualcosa è ancora rimasto in mano allo Stato italiano, come ad esempio
l'eni
(ormai società misto pubblico-privato, tra i principali azionisti
privati il colosso bancario Bnp Paribas Sa e il fondo americano
Blackrock Inc., che ha un patrimonio totale di 3.650 miliardi di
dollari…). E se l’Italia affonda, deve svendere anche le sue ultime
azioni del patrimonio pubblico. Ormai è chiaro che la politica
energetica di Berlusconi diede molto fastidio alle lobby
internazionali, dopo gli accordi con Libia e Russia. Ucciso Gheddafi,
ora l'eni
è in difficoltà, dato che nessun accordo con il nuovo governo libico è
stato ancora intavolato. Attualmente, solo il 30% dell'eni
è in mano pubblica...
Infine, con quasi 2500 tonnellate di
oro, l’Italia possiede la terza maggior riserva di oro al mondo, dopo
Stati Uniti e Germania. Mettere in ginocchio un paese con le tasche così
piene d’oro è il sogno di ogni potente speculatore.
Il golpe oligarchico mondiale
Questa è quella che appare come una
situazione molto complessa e pericolosa, tra attacchi speculativi e
rischio di recessione e crollo dell'Euro. Non sappiamo cosa accadrà, ma
gli scenari sono davvero preoccupanti. A questo punto è molto
interessante la chiave di lettura del momento storico generale che ci
offre il Grande Oriente Democratico, circolo massonico italiano, che
potremmo definire di minoranza, rispetto agli altri ordini segreti, dato
che pare non concordi con l'attuale status quo:
«Qualunque manovra di rigore e austerità, anche la più
estrema, non servirà a sanare la Crisi in corso dal 2007-2008. Semmai
servirà ad aggravare tale Crisi. Questo lo sanno benissimo e anzi lo
auspicano coloro che, però, alimentano il teatrino politico-mediatico
che invoca le solite nenie neoliberiste: tagli, riduzioni, contrazioni,
sacrifici, privatizzazioni, liberalizzazioni, etc. Poi c’è la solita
fetta di utili idioti cortigiani e decerebrati che crede davvero alle
filastrocche cantate ieri dai corifei del Washington Consensus, cui oggi
si aggiungono quelle del Bruxelles-Frankfurt Consensus.
Invece che un Dominio Neo-Feudale stabile, gerarchizzato e
pacificato che renda alcuni ricchi sempre più ricchi e tutti gli altri
ricchi, benestanti, mediostanti e poveri sempre più poveri, potrebbe
scatenarsi un’ANARCHIA generale e distruttiva dagli esiti imprevedibili.
Invece che ORDO AB CHAO in senso contro-iniziatico e non
scozzese (come auspicano gli Oligarchi di certa Destra Massonica e
Paramassonica globalizzata), potremmo andare incontro ad un CAOS
distruttivo, inarrestabile e ingovernabile anche da parte delle elites
occulte che l’abbiano scatenato.
Infine, se si procedesse come si sta procedendo verso una
RECESSIONE/DEPRESSIONE di proporzioni bibliche, è vero che ne
guadagnerebbero alcuni ristretti circoli oligarchici ed elitari
sovra-nazionali (fra cui alcuni con solide basi anche in Germania e
Francia, oltre che nel Regno Unito e negli USA), ma l’insieme delle
imprese, dei commercianti, dei produttori e dei cittadini tedeschi,
francesi, britannici e statunitensi sarebbero travolti da una Grande
Crisi che farebbe impallidire quella del 1929. È tutto CHIARO?
Da una parte c’è la VIA degli APPRENDISTI STREGONI della
DESTRA MASSONICA E PARAMASSONICA SOVRANAZIONALE che, nei vari paesi
occidentali, mette indifferentemente a libro paga politici, tecnocrati,
intellettuali, opinionisti e giornalisti di destra, di centro e di
sinistra pur di portare sino in fondo il proprio GOLPE GLOBALE
OLIGARCHICO. Per realizzare questo GOLPE è necessario che l’attuale
crisi economica occidentale si aggravi, non che migliori. E per
aggravare la crisi è necessario cinesizzare l’Europa, mediante le
consuete politiche neoliberiste dure, pure e intransigenti, di concerto
con l’espansione dell’economia e del modello cinese, laddove la Cina è
il perfetto paradigma di un Governo Tecnocratico ed Elitario della Res
Publica.
Per BCE, FMI, Banca Mondiale, OCSE, WTO, Governo cinese e
Governo russo, Aristocrazie arabe e LOGGE/LOBBIES occidentali
contro-iniziatiche, le procedure democratiche e liberali sono una
inutile perdita di tempo e di denaro.
Ciò che conta è che una ELITE di ILLUMINATI e OLIGARCHI (in
Cina si chiamano Partito Comunista, in Russia sono in gran parte ex
dirigenti del KGB e degli altri servizi, ai vertici delle istituzioni
finanziarie internazionali sono vassalli delle Oligarchie occulte con
squadra, compasso e svastica, e così via) vuole usare l’impoverimento
economico, politico e sociale che sarà prodotto dalla crisi come
grimaldello per imporre un Nuovo Feudalesimo con una Aristocrazia
sovra-nazionale del Denaro che tutto sorvegli, controlli e reprima come
e peggio che in 1984 di George Orwell.
Dall’altra parte c’è la nostra VIA.
Quella che in Italia è battuta da coloro che simpatizzano per
Grande Oriente Democratico, massoni e non massoni, fuori e dentro le
istituzioni, certamente dentro la società civile nelle sue varie
componenti»[12].
Quelle che potrebbero sembrare
elucubrazioni insane, sono probabilmente alcune delle più lucide analisi
della complessa situazione mondiale: dietro un’apparentemente normale
gestione politica delle situazioni, si muovono forze oscure che
manipolano governi ed istituzioni, che instillano il caos al fine di
accrescere il loro controllo e il loro potere, mettendo in atto il loro
«golpe oligarchico globale», mettendo in ginocchio come schiavi i
popoli, per imporre un «Nuovo Feudalesimo». E in Italia, i
rappresentanti diretti di queste élite di oligarchi, sono proprio
Monti&C., di cui certo non ci dimenticheremo facilmente.
GENNAIO 2012
[1]
La demenza generalizzata del popolo italiano,
di Costanzo Preve, 27/12/2011,
www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=print&sid=9579
[2]
«Mediaset ha ceduto il 12,04% a 2,2 euro. È il resoconto finale
di una giornata difficile per il titolo del gruppo che fa capo
al presidente del consiglio Silvio Berlusconi. In calo le altre
società dell'impero del premier. Mediolanum ha perso il 4,08%
dopo i conti dei nove mesi e Mondadori il 2,93%. Debole fin
dalle prime battute, Mediaset è stata congelata per eccessiva
volatilità a circa un'ora dalla chiusura, dopo che il presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano ha annunciato lo
scioglimento delle camere qualora non si formasse «entro breve»
un nuovo governo». Cit. in La speculazione affonda
Piazza Affari e Wall Street, crolla Mediaset, di Davide
Fumagalli, 9 novembre 2011,
www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201111091854304509&chkAgenzie=TMFI.
Inoltre, vi invitiamo a leggere le lettere pubbliche che Gioele Magaldi, Gran Maestro della Loggia Grande Oriente Democratico, già scrisse a Berlusconi a luglio e dicembre 2010, invitandolo a tornare sulla retta via dei progetti concordati con le massonerie, e che il premier non stava più portando avanti.
www.grandeoriente-democratico.com/lettera_aperta_n2_al_Fratello_Silvio_Berlusconi.html
[3]
Per capire di chi stiamo parlando: Goldman Sachs con altre
banche d'affari ed hedge funds ha creato la tragica crisi dei
mutui sub-prime e della Lehman Brothers, nel 2008, perché,
proprio mentre finanziavano i mutui a soggetti insolventi,
rivendendoli ad altre banche come titoli di certo rendimento,
comprarono i titoli assicurativi contro la bancarotta,
intascando miliardi di dollari al loro crollo, da loro stessi
manovrato sui mercati internazionali. Infine, hanno messo a
punto un ultimo grande colpo, la richiesta di salvataggio al
governo usa.
La stessa Goldman Sachs ha
creato un titolo, l'Abacus 2007-ac1, con cui scommetteva contro
il mercato immobiliare, anche contro i suoi stessi clienti
possessori di prodotti collegati ai mutui. La Sec (organismo di
controllo, la Consob americana) ha denunciato l'operazione,
riconoscendo praticamente la responsabilità di Wall Street nel
crollo del mercato immobiliare. Secondo la Sec, la Goldman Sachs
manipolava le informazioni, ne rilasciava di inesatte, omettendo
fatti chiave.
E ricordiamo che Goldman Sachs
ha avuto come consulenti i principali uomini politici della
«sinistra» e della destra italiana degli ultimi anni, da
Lamberto Dini a Romano Prodi, passando al gran visir di
Berlusconi Gianni Letta, fino all'attuale governatore della
Banca Centrale Europea, Mario Draghi: i disegni criminosi di
Goldman Sachs non possono essere portati a termine senza la
complicità di istituzioni politiche ed economiche.
Anche in Usa, i ministri del
Tesoro dalla presidenza Clinton in poi, tra cui Henry Paulson,
autore del megasalvataggio delle banche, sono stati nella
Goldman Sachs: si parla di un unico ed ininterrotto «Governo
Goldman», che ha lavorato alacremente per deregolamentare tutto
il possibile. Fu proprio il ministro Paulson, quando era alla
Goldman, a far comprare quegli strani derivati immobiliari,
facendola finire così in un mare di guai. La stessa Goldman
Sachs è stata la prima finanziatrice di Obama: tutti i candidati
presidenziali vengono finanziati, attraverso «donazioni» ed
altri modi, dalle grandi banche (ad oggi il più finanziato e
quindi il più probabile presidente americano è Mitt Romney). E
l'amministrazione Obama, appena entrata in carica, ha nominato
in posti chiave loro persone di fiducia, facenti parte della
Commissione Trilaterale, così come Mario Monti in Italia.
E le banche d'affari hanno
inoltre mascherato i conti pubblici di Italia, Grecia ed altri
paesi europei, attraverso meccanismi di trading finanziario,
aggirando il Patto di Stabilità europeo, utilizzando gli stessi
metodi utilizzati da Wall Street per creare la bolla speculativa
dei mutui sub-prime.
Infine, invitiamo alla lettura
dell'articolo del giornalista e critico d'arte Johan Hari, «Come
Goldman Sachs ha scommesso sulla morte per fame dei poveri. E ha
vinto», che ci racconta come la crisi alimentare del 2006 ha
avuto origine dalle speculazioni delle banche sui generi
alimentari di prima necessità, cit. al termine del mio articolo
Ma quale crisi? L'economia della truffa, «Città Future», n.
03.
[4]
La dittatura italiana, di Monia Benini, 2 dicembre 2011,
www.europeanphoenix.com/it/component/content/article/4-politica/194-la-dittatura-italiana
[5]
George Soros, Giulio Tremonti, Romano Prodi, Franco Bernabé,
Carlo Azeglio Ciampi e Beniamino Andreatta sono alcuni dei
protagonisti della svendita del patrimonio pubblico ai capitali
stranieri (Goldman Sachs, Barings, Warburg e Morgan Stanley): i
bot italiani vennero immediatamente declassati dalle agenzie di
rating e lo speculatore
Soros, cercò di impossessarsi di 10.000 miliardi di lire
della Banca d’Italia, speculando sterlina contro lira. Carlo
Azeglio Ciampi, all'epoca governatore di Bankitalia, per
“impedire” tale speculazione, bruciò le riserve in valuta
straniera, pari a 48 miliardi di dollari. In seguito divenne
Presidente della Repubblica. Su George Soros indagarono le
procure di Roma e Napoli, ma le accuse caddero nel vuoto. A
seguito di questo attacco mirato alla lira, e della sua
immediata svalutazione del 30%, partì la più grande
privatizzazione di Stato a prezzi stracciati, per opera dei
governi Amato (1992-1993) e Prodi (1996-1998).
[6]
Le principali agenzie di rating sono le americane Standard &
Poors, Moody's, e Fitch, che valutano imprese e titoli
obbligazionari (con una valutazione che va da aaa a d), e non
sono indipendenti, dato sono entità private, strutturate come
società per azioni (e sono quindi sottoposte al principio del
massimo profitto possibile), effettuando le loro valutazioni a
pagamento (con un potenziale conflitto d'interessi, a volte
anche quando non è richiesto). Hanno partecipazioni dirette,
anche attraverso i membri dei loro consigli direttivi, nelle più
grandi corporations e banche internazionali, anche nelle banche
coinvolte nelle operazioni di finanza derivata: Standard &
Poor's, è sussidiaria della multinazionale McGraw-Hill
Companies, colosso delle comunicazioni, editoria, costruzioni, e
presente in quasi tutti i settori economici. Il presidente,
Harold McGraw iii, è membro dei consigli d'amministrazioni della
United Technology (armamenti) e della Conoco Phillips (energia e
petrolio). Gli altri membri del boards della McGraw-Hill sono
rappresentanti di alto rango della banca Citigroup, della Henry
Schroder Bank, della Coca Cola, della Credit Union del FMI-World
Bank, della British Petroleum, dell'assicurazione State Farm
Insurance Company, della Helmyck & Payne (petrolio), della Eli
Lilly (farmaceutica). Così come per Standard & Poor's, per
quanto riguarda le altre due principali agenzie di rating, il
discorso è lo stesso (si veda Elio Lannutti, Bankster. Molto
peggio di Al Capone i vampiri di Wall Street e Piazza Affari,
Editori Riuniti, Roma 2010, pp. 35-38 e successive): anche nei
loro consigli d'amministrazione siede il gotha della finanza
mondiale, che praticamente può decidere anche le azioni delle
agenzie di rating stesse, che valutano imprese e titoli
obbligazionari, decidendo quindi il loro destino, con
conseguenze pesantissime sull'andamento dell'economia, che viene
praticamente pilotato.
[7]
Le smart bombs di Wall Street,
di Manlio Dinucci, «il manifesto», 13 dicembre 2011.
[8]
Prem Shankar Jha, Il caos prossimo venturo. Il
capitalismo contemporaneo e la crisi delle nazioni, Neri
Pozza, Vicenza 2007.
[9] «Il regolamento di Basilea 1, stabilito nel 1988 presso la Banca dei Regolamenti Internazionali, portò la riserva frazionaria al 2%, oggi; nell’omertà assoluta, in questi giorni di caos finanziario, tale percentuale è stata ulteriormente abbassata. In pratica, se la riserva è l’1%, ogni 100 euro di depositi la banca deve tenere 1 euro in attività liquide o facilmente liquidabili, mentre può prestare i restanti 99 euro. Se questi 99 verranno prestati ad un’altra banca, questa a sua volta dovrà tenerne 1,98 sotto forma di riserva frazionaria e potrà prestare i restanti 97,02, e così via. In pratica è un moltiplicatore dei depositi, in pratica si possono accreditare soldi che in realtà non esistono. Lo scopo della riserva è dunque di obbligare le banche a garantire un livello minimo di liquidità, che deve soddisfare la normale operatività degli istituti. Abbassando la percentuale di riserva si da la possibilità di una ulteriore espansione del credito fittizio». La truffa si espande: la Bce ha dimezzato dal 2% all’1% il coefficiente di riserva obbligatorio per le banche di Italo Romano,
Le
monete, dopo gli accordi di Bretton Woods del 1971 hanno perso
la convertibilità in oro, ma il prezioso metallo è rimasto in
tasca alle banche. Oggi la storia si ripete: in senso lato il
contante é oro ad oggi. Non si può togliere il valore delle
banconote del tutto, e allora ecco la strategia: crisi,
conseguente graduale ritiro del contante al fine di evitare
crisi future, conseguente asservimento totale al sistema debito.
Così aumenta sempre più il controllo, tramite la
“tracciabilità”.
[10] Dossier sulle spese militari firmato il 2 gennaio 2012 da Giampaolo Cadalanu su «la Repubblica, e riportato da Alessandro Giglioli sul suo blog, http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/01/02/il-tecnico/
[11] Non svendere il patrimonio pubblico, di Ugo Mattei, 22 novembre 2011,