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05
Ottobre 2011

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Recensioni

BERNARD STIEGLER, REINCANTARE IL MONDO - IL VALORE SPIRITUALE CONTRO IL POPULISMO INDUSTRIALE (INEDITO)

Eleonora De Majo

 

Il testo in questione, “Reincantare il mondo - il valore spirituale contro il populismo industriale” è un testo ancora non tradotto in italiano, come la gran parte dei testi che B. Stiegler ha scritto, che sono tuttavia considerati di grande interesse entro il dibattito filosofico e sociologico contemporaneo. L’autore si occupa di ambiti disparati: dallo studio dei new media, al rapporto tra politica e desiderio, e ancora dalla modalità di trasformazione urbanistica delle città, alla bioetica. Abbiamo ritenuto interessante dunque introdurre qui da noi alcuni spunti che attengono al pensiero di questo autore, proprio a cominciare da questo breve testo che tematizza l’annosa questione del disincanto del mondo.

 

Nel 1939 Paul Valery definiva il contesto spaventoso che accerchiava il proprio vivere individuale, come il palesarsi di un era di abbassamento del valore dello spirito.

Il topos filosofico della perdita del valore spirituale, meglio intesa con il termine disincanto[1] (di cui Max Weber dice abbondantemente nei suoi scritti), assume una connotazione particolare alla luce delle reiterata anomalia del capitalismo europeo, che si costruisce oramai, senza sostanziarsi di un termine spirituale, che pure era stato rappresentato in una fase primordiale, dall’etica calvinista e luterana.

La perdita di tale orientamento spirituale rappresenta una contraddizione lampante, generata dallo stesso sistema economico-sociale che rischia di esserne travolto inesorabilmente.

Bernard Stiegler si addentra in una disamina attenta dell’impatto delle nuove tecnologie di controllo culturale e cognitivo, proponendo, in ultima istanza, proprio l’ipotesi di un reincanto del mondo, che ponga il valore dello spirito come antidoto contro l’incalzante populismo industriale.

Nel 1939, tempo in cui nessuno guardava la televisione e ancora non tutti ascoltavano la radio, Valery coglie quella che sarà la conseguenza lampante del diffondersi delle tecnologie di comunicazione di massa: la capacità di occupare in maniera pervasiva i ritmi di vita, definendoli e scandendoli secondo i propri dettami, e di modificare le nature intime e le modalità di apprendimento degli individui contemporanei.

Bernard Stiegler ritiene che proprio questa organizzazione dei ritmi di vita, portata oggi alle estreme conseguenze dagli oggetti della comunicazione, fa sì che la coscienza (che definisce come: la parte accessibile della conoscenza, sede dello spirito, che si presenta dentro un insieme di protesi ed apparati che supportano le cosiddette ritenzioni terziarie, che sono gli strumenti di gestione dell’introiezione degli oggetti temporali, di cui fanno parte quelli che lo studioso francese chiama, hypomnemata[2]) sia declassata a semplice organo riflesso, supportata dalla trasformazione del cervello in un sistema computazionale, come semplice insieme di neuroni che controllano il nostro comportamento come fossimo animali. Visto in questa maniera il cervello è spoglio di coscienza e rischia di divenire un semplice valore commerciale dipendente dal mercato dell’audiovisivo.

Le tecniche e tecnologie dello spirito seguono una modalità che definiamo, secondo gli studi di Simondon, individuazione psichica e collettiva. L’individuazione è in effetti il processo per il quale si costituiscono e si formano gli individui e con essi le società; è dunque, più specificamente, la modalità con cui la società si unisce e fa corpo, ereditando le esperienze pregresse. In effetti ogni processo di individuazione è processo di adozione e ciò che le società ereditano sono gli hypomnemata.

Freud e Benjamin, scrive Stiegler, avvertirono molto presto che le nuove tecnologie industriali della comunicazione, avrebbero segnato l’inizio di una nuova era disastrosa della coscienza. La nuova organizzazione del Capitalismo si presentò, già allora, come artefice della figura del consumatore che si cominciava a costituire 

secondo una forma molto particolare di economia libidinale. Sia Benjamin che Freud, tuttavia, furono più che altro, occupati e preoccupati dall’ incalzare dei totalitarismi primo-novecenteschi, nei quali si esprimevano forze devastanti, capaci di provocare una inesorabile estetizzazione totalitaria della politica.

La nuova organizzazione del Capitalismo, prevede tuttavia, secondo Stiegler, una equivalente estetizzazione dell’economia, messa a punto dall’assoggettamento della nuova figura del consumatore alle tecnologie della comunicazione. Tali tecnologie hanno portato all’abbassamento del livello coscienziale dell’individuo e ciò ci pone oggi dinanzi ad una emergenza senza precedenti, che tiene in sé il rischio sempre più concreto di una definitiva in-umanizzazione degli umani stessi, e alla quale si deve rispondere con una riformulazione coscienziale, che esca dall’era del sempre più, per entrare in quella del tutto meglio, slacciandosi definitivamente dalla schiavitù dell’età dei consumi.

Tale mutamento è possibile soltanto se:

- Promuoviamo un sistema di elevazione dell’intelligenza dell’essere umano

- Adattiamo la tragica realtà alla legge per combatterla

- Accettiamo che l’abbassamento del valore spirituale ed il disincanto ad esso conseguente, dipende strettamente dal Capitalismo, anzi ne sono condizione endemica.

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Detto altrimenti, ciò di cui si necessita è, una politica di rilancio del desiderio contro l’organizzazione pulsionale del Capitalismo.

 

Nell’epoca dell’iperindustrializzazione, tutti gli oggetti della vita umana sono oggetti della razionalizzazione e della creazione di imprese dei servizi. Ciò mette in moto un processo di grammatizzazione consequenziale alla apparizione di sempre nuove forme di hypomnemata.

Le imprese dei servizi, attori principali della vita pubblica e dell’individuazione, mettono in piedi un sistema (Capitalismo dei servizi) che fa, di tutti i segmenti dell’esistenza umana oggetti di controllo permanente e sistematico. Tale sistema è costituito dall’utilizzo costante delle tecnologie R[3], che sostituiscono ai circuiti di individuazione quelli di transindividuazione[4], negando la sostanziale neghentropia[5]dell’individuazione, provocando un corto circuito nella formazione degli individui e delle comunità umane, e negando, come già detto, innanzitutto il principio di adozione.

La perdita del regolare processo di individuazione, tramite il controllo delle forme di adozione, porta ad una evidente proletarizzazione, che non si esprime in termini economici, quanto piuttosto nella perdita del savoir vivre da parte del consumatore che si spoglia dell’appartenenza alla sua stessa esistenza, divenendo potere d’acquisto e del savoir faire del produttore che cede alla macchina la propria perizia, divenendo semplice forza lavoro.

È questo il contesto più idoneo per l’introduzione del capitalismo cognitivo e di una industria della conoscenza[6] che dovrebbe sopperire alla mancanza di saperi e che invece provvede a liquidare tutte le forme di sapere in favore dell’entropia e del disgusto.

Ne consegue una apertura sempre maggiore all’epoca delle sfere dissociate, nel senso coniato da Simondon, ovvero una sfera tecnica in cui l’oggetto tecnico associa strutturalmente e funzionalmente le energie e gli elementi naturali che compongono la sfera stessa, in modo che la natura diviene una funzione del sistema tecnico.

Un esempio di messa in atto delle sfere associate è Linux[7], che permettendo agli utenti di prendere parte all’individuazione del softwere, mette in opera un sapere realmente condiviso ed orizzontale.

Internet, il più avanzato tra gli odierni hypomnemata, si presenta dunque con l’accezione ambivalente di essere da una parte il campo di azione più rapido per le tecnologie di controllo R e dall’altro il concreto esperimento di un nuovo modello industriale, che non riposa sull’opposizione produttore/consumatore, ma sull’associazione di destinatari, produttori di una nuova forma di socialità.

Abbiamo appena definito le tecnologie R come tecnologie di controllo dal momento che esse mettono in opera la svolta meccanica della sensibilità, che consiste essenzialmente nel prendersi carico delle industrie dei servizi, del tempo individuale, rendendolo disponibile e controllabile, privando di fatto l’individuo stesso del libero arbitrio e sostituendogli un sottile condizionamento costante.

E così che l’industria dei servizi finisce per farsi anche carico della crescita e dell’educazione dell’infanzia, sostituendo alle figure genitoriali, quelle televisive.

La dissociazione dunque si può anche intendere come processo di desublimazione, volta a liquidare non solo la famiglia ma la psiche in se stessa.

L’economia su cui si basano le tecnologie di controllo è volta ad annullare il desiderio, definendosi come economia pulsionale e non libidinale. La libido è in tutte le sue forme energia pulsionale trasformata in energia sociale: la trasformazione dei modi di vita è la storia della libido nel processo di sublimazione.

Parliamo di una economia della libido nella misura in cui essa nel sociale è in primo luogo una energia destabilizzante fatta di contraddizioni intrinseche che creano il suo stesso dinamismo .

Il desiderio dunque di presenta come pre-sociale. Realtà intima e non pubblica. Tale intimità conduce all’apertura al collettivo che tramite lo scambio simbolico e la circolazione di forme di sublimazione conduce alla formazione di una sfera associata.

 

 DESIDERIO intimo      >     Spartizione-circolazione     >    Sfera associata

In effetti è già dal 1930 che Freud si accorge che la libido, più di ogni altra energia, fonda il capitalismo, come potere di trans-formazione, dal momento che questo funziona in base alla motivazione del consumatore, dunque al suo desiderio.

 

Il capitalismo è una macchina produttrice di motivi (desideri) e di fantasmi (cose che non esistono, oggetti del desiderio in generale, idealità), i quali motivi però si presentano come essi stessi immotivati, poiché le tecniche di fabbricazione delle motivazioni diventano contro-produttive, dal momento che l’esplosione costante dell’energia libidinale ad un certo punto esaurisce il materiale esplosivo stesso e quindi volge al termine.

La dissipazione, l’esaurimento, lo sperperamento della libido è cosa disastrosa per il nostro esser-sociale e prima ancora familiare, da cui deriva l’in-umanizzazione degli umani stessi di cui abbiamo già detto.

Tale in-umanizzazione frena l’individuazione che si esprime nella forza intraprendente dell’individuo.

Il processo di individuazione è sotto determinato sempre da un processo di grammatizzazione, che mette in piedi i dispositivi di mnemotecnica, che permettono l’introduzione di nuove forme di scrittura. È chiaro che l’introduzione del linguaggio informatico, avvenuta negli anni 70, ha avuto una portata rivoluzionaria enorme, che oggi dispiega a pieno le sue forza, manifeste specialmente nelle generazioni nate a pieno titolo in tale nuovo processo di grammatizzazione.

Le immediate conseguenze della nuova grammatizzazione informatica sono state:

- L’estensione della memoria

- Proliferazione e mutamento dei sistemi di informazione

- Modificazione dei modelli di Autorità

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Il capitalismo necessita dunque di una motivazione che riesca a riproporre un incanto. La motivazione si nutre di singolarità (la mia esistenza), che sola può essere oggetto della libido che costituisce l’umano come desiderio.

Il desiderio necessità di un piano differente da quello unicamente computazionale, in uso oggigiorno, poiché esso è per definizione incalcolabile, incomparabile ed infinito.

Rifondare una società dei saperi significa, criticarla nel senso kantiano e mettere a punto una società in cui, produttori e consumatori tendano ad elevarsi verso forme sempre più raffinate di vita dello spirito - dove lo spirito è per definizione una conquista del migliore sul peggiore - che si diversifica e si dissemina in forme sempre più socializzate di desiderio.

Bisogna fare delle tecnologie di controllo e delle loro forme di grammatizzazione, nuove forme di individuazione, esattamente come le tecnologie di controllo mesopotamiche ed egizie divennero hypomnemata e modi dell’individuazione greca, produttrice di una nuova figura di singolarità: il cittadino.

Tale alterativa si configura come tentativo di uscita dalla catastrofe della società iperindustriale, volta all’autodistruzione che si palesa attraverso fenomeni di congestione urbana, psicologica e mentale.

E tramite il controllo dei saperi, fa sì che gli stessi siano spogliati della loro essenza, che è quella di costituire i tempi dell’esistenza.

L’industria culturale produce flussi, prodotti che durano giusto il tempo di trascinare con sé i tempi delle milioni di coscienze che si lasciano penetrare, in una attiva passività, che è la condizione endemica dello spettatore. Tante coscienze, milioni di coscienze abituate ad adeguarsi alla ritualità temporale televisiva, perdono l’atto che più le identifica come tali, che è quello di creare il proprio tempo. Tante coscienze con lo stesso tempo significa la morte della singolarità.

Le singolarità vengono pilotate e allo stesso tempo particolarizzate, e la particolarizzazione viene incentivata tramite sistemi di schedatura sottilissimi.

Il meccanismo prevede l’annullamento totale del narcisismo, considerabile come elemento d’eccedenza.

Le forme di eccedenza sono quel quantum spaventoso che può portare al collasso un ipersistema fatto di schiacciamento della sfera libidinale, e ritrovare quel quantum e la forza motivazionale della libido stessa, si presenta l’unico antidoto contro il populismo industriale ed il suo disincanto.

 

SETTEMBRE 2011

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[1] Per Max Weber il disincanto segue necessariamente ad una epoca di incanto del mondo, proveniente dalle spinte religiose alla base del primo capitalismo e dalla nuova democrazia industriale e culturale (favorita dall’introduzione della stampa). Il disincanto distrugge lo spirito alla base del suo precedente stadio e sostituisce ad esso uno spirito nuovo, una razionalizzazione, intesa come generalizzazione della tecniche di compatibilità delle attività umane (reificazione della ragione).

[2] Tecniche della memoria, che dall’antichità ad oggi hanno supportato la vita dello spirito, trasformandosi, ora, (rappresentati da computer e televisioni) in forme di manipolazione e controllo dell’opinione

[3] Con R si intende razionali, e sono i dispositivi tecnici legati alle telecomunicazioni

[4] Transindividuarsi significa propriamente vedere la propria esistenza trasformarsi senza partecipare a tale trasformazione

[5] Lotta contro l’entropia, contro l’uguaglianza e l’indifferenziazione delle cose, ove non si esprimerebbe alcun principio di individuazione

[6] Dividiamo il capitalismo cognitivo in due filoni: industria cognitiva→mette i saperi ad esclusivo servizio dell’economia; industria culturale→trasforma le arti e le lettere in divertimento, in mistificazione di massa.

[7] Sistema operativo gratuito costruito e ampliato da una community virtuale nella quale gli utenti possono mettere in comune conoscenze e contributi, per l’avanzamento del sistema stesso.