ECCO IL QUINTO NUMERO
Redazione
Come nello scorso numero, anche il
quinto, che qui vi presentiamo, mantiene una struttura ripartita fra un
nucleo di articoli di "attualità" e un secondo composto da "rubriche",
inteso come spazio di approfondimento su alcune diverse tematiche; un
terzo dedicato "all'inchiesta"; ed infine, un quarto di "recensioni".
Il primo nucleo di articoli, è
concentrato soprattutto sui movimenti che si sono avuti negli ultimi
mesi e sul senso che essi hanno avuto. Si esplorano, in essi, le chiavi
di lettura, e i limiti
stessi degli sviluppi in corso. In particolare con l'editoriale Capitalismo post-umano. Forme della politica nel 2011, si tenta una
lettura d'insieme dell'epoca attuale, in relazione alla trasformazione
della velocità degli eventi storici, contraddistinti da una sorta di
accelerazione di segno negativo del presente. Abbiamo, dunque,
analizzato il caso odierno in cui un nuovo orizzonte per l'umanità
sembra sforzarsi di venire alla luce attraverso movimenti sempre più di
massa e legati, gli uni agli altri, a livello internazionale.
Il secondo articolo,
Oltre tutto. A dieci anni dall’11
Settembre, di Giulia Inverardi, descrive il modo in cui si manifesta
nelle società occidentali la paura dell'altro. Essa è riuscita a
trasformare il terrorismo da effetto economico, in causa politica,
secondo un processo sillogistico che ha l'unico scopo di offuscare la
ragione ed imporre un non-pensiero unico.
Con il terzo articolo,
Intervista allo scrittore tunisino
Fathi Ben Haj Yahia, di Roberta Rodriquez, invece, abbiamo
un’intervista-racconto sulle contraddizioni della rivolta tunisina. In
essa, infatti, bellezza ed
entusiasmo dei primi giorni della libera insurrezione cominciano a
confrontarsi con i limiti concreti di un processo che non possiamo
considerare concluso né, d’altro canto, facilmente riconducibile a forme
politiche tradizionali.
Il quarto articolo,
Indignados. Alcune note sul
movimento 15-M, di Daniel J. Garcia Lopez e Pablo José Castillo
Ortiz, testimonia, invece, con
le parole di due attivisti, lo sviluppo e il possibile futuro di un
movimento, quello spagnolo, divenuto modello di contestazione e protesta
in giro per il mondo. Mondo in cui sembra che le pratiche interagiscano
e si ispirino l’una con l’altra in modo più veloce ed intenso.
Con il secondo nucleo di articoli,
inauguriamo, a partire da questo numero, una nuova concezione delle
rubriche della rivista, intese come programma di studio da lanciare e
far vivere mediante il contributo di chi sia interessato. In questa
maniera, infatti, il quinto ed il sesto articolo,
Il declino dell’attuale modello di sviluppo e la nascita di un nuovo
tessuto sociale e LECS - Low
Energy Coherent System: una rivoluzione tecnico-scientifica,
rispettivamente di Guido Cosenza e di Roberto Germano, rappresentano
l'incipit di un vero e proprio gruppo di studio che trova spazio nella
nuova rubrica sulla transizione
(oltre il capitalismo). L’intento di questa rubrica è di sostanziare
un'interpretazione scientifica e positiva del concetto di crisi, in base
all'analisi delle sue forme concrete e, soprattutto, delle possibili
soluzioni ad essa in vari campi.
Allo stesso modo il settimo articolo,
False città, di Alessandro
D’Aloia, si propone, dunque, di aprire una riflessione più vasta e
variegata, che vuole trovare spazio anch'essa in un'apposita
rubrica-gruppo di studio sulla città, quale misura concreta delle scelte
politiche della società e come meta-oggetto (città – ambiente
–territorio), che esige una nuova attenzione collettiva in connessione
alle misure da prendere in campo economico (de-finanziarizzazione
dell'economia, intesa come ritorno "in situ" dell'accumulazione di
valore che il lavoro umano genera).
Il nucleo dell’inchiesta è aperto
dall’articolo Conversazione calabra, di Giulio Trapanese, sulla famiglia e i suoi
attuali problemi, in una società in cui la spinta all'individualismo,
insieme al disancoraggio delle persone dai luoghi e del tempo del vivere
comune, produce una disgregazione che non risparmia certo il concetto di
famiglia pervenutoci dalla tradizione.
Questo nucleo prosegue con un
interessante diario di viaggio, Un viaggio nel Kurdistan che ho conosciuto, di Alessandro Paolo, il
quale ci narra di terre e questioni lontane, ma al tempo stesso vicine,
dimenticate come, di solito, accade per le cause di quei popoli
prostrati dalla sconfitta, costretti ad un eroismo quotidiano, contro un
potere tanto più odioso quanto più sordamente burocratico.
Chiude il gruppo delle inchieste,
l'articolo Pensieri per
l'infanzia, di Fiorella Orazzo, che riporta una particolare forma di
esperienza pedagogica, stimolando la riflessione intorno al significato
dell'infanzia e la possibilità di imparare da essa.
Infine per le recensioni, vengono
analizzati due libri, il primo di Geert Lovink, dal titolo
Zero Comments. Teoria Critica di
Internet, a cura di
Massimo Ammendola, su un argomento di strettissima attualità e che
attraversa le questioni trattate dalla rivista intorno all'utilizzo
della rete; il secondo di Bernard Stiegler,
Reincantare il mondo - il valore
spirituale contro il populismo industriale,
a
cura di Eleonora de Majo, che è un testo ancora inedito in
Italia, ma dal quale è possibile trarre alcuni spunti di carattere
filosofico sul disincanto nell'epoca della
in-umanizzazione dell'uomo; il
che ci pare chiudere perfettamente il cerchio con il titolo
dell'editoriale con il quale abbiamo aperto il numero.
Buona lettura!