Sessualità e famiglia oggi
RUBRICA «SESSUALITÀ E
FAMIGLIA OGGI»
Evocazioni ed alcune ragioni preliminari
Paolo Fazzari
In questo secondo numero di Città Future
abbiamo deciso di ritagliare uno spazio specifico, che prende forma e
denominazione di «rubrica», dedicato al tema «sessualità e famiglia
oggi».
Sebbene chiedendoci quanto
prematuro potesse essere il
dedicarsi a questo argomento, abbiamo
contestualmente sentito si trattasse del momento giusto. È da
qualche tempo, infatti, che alcuni di noi condividendo interessi,
domande e questioni su temi disparati di società e politica, hanno
provato a interrogare la costellazione famiglia e sessualità oggi,
appunto. Una curiosità, una possibile ipotesi di ricerca. Certamente
un’azione audace al pari, metaforicamente parlando, del tentare di
prendere un toro per le corna, tale grande è la sensazione di forza e
attenzione, quasi sovrumana, da dover impiegare per muoversi su tale
argomento.
Tale interesse, campo di studi per
meglio dire, è stato sicuramente ingolosito e stuzzicato, dalle numerose
discussioni di ormai un po’ di tempo fa, dal momento cioè, in cui, in
tale riflessione sono iniziati a comparire una serie copiosa di scandali
e «malignità». Durante un certo tipo di manifestazioni mediatiche è
stato, infatti, difficile, se non impossibile, iniziare a osservare e
commentare quell’ampia rassegna di avvenimenti così indicibilmente
sovrapposta alle più recenti vicende politiche e sociali. Talvolta,
sottolineiamolo, sovrapposte al punto da risultare indefinibile lo
scarto tra l’evento politico e lo scandalo mediatico. Tutta una serie di
avvenimenti specifici ci hanno così, insieme e per conseguenza, offerto
lo spunto per misurare il polso della situazione, politica e sociale;
proviamo a fare mente locale (ma non troppa), a questi eventi: allora;
pensiamo ai casi Marrazzo-trans, le giovani e gli ammalianti incontri di
Villa Certosa, le estorsioni di denaro di “Vallettopoli” per occultare
l’esistenza di immagini scandalose (etc., e sia ben chiaro giusto per
citarne alcuni). Tali notizie ci hanno in fondo
scossi e al contempo offertoci
un quadro chiaro di questi nostri tempi; a nostro avviso è quasi come se
essi ci avessero offerto un grimaldello per entrare e guardare
all’attuale (e sempiterna) situazione e questione sociale. Cosa ne
abbiamo scorto, dando per scontato che ci sia poi in fondo qualcosa da
scorgere? Proviamo a dirla così: siamo stati incuriositi dagli scandali
e dallo scandalo che tali eventi hanno suscitato, operazione forse
banale, ma poi, meno banalmente, appunto, abbiamo cercato, e crediamo,
di aver provato a portare alla luce il
nodo tenente insieme quei
tanti piccoli frammenti discorsivi
e scandalosi, da iniziare ad ipotizzare che vi fosse un orizzonte
ben più vasto al di là del – banalissimo e superficiale – filone dello
scandalo stesso.
Abbiamo iniziato pressappoco a notare
questo, infatti: un fantastico (è il caso di dirlo) e fantasioso (ma non
così eccessivamente) modo di risolvere numerose, e quotidianissime,
faccende umane. Il risultato? spesso lo stesso: un inusitato
riversamento nel «sessuale»
della questione politica e sociale. Dalla politica, in particolare, ci
sono pervenuti i primi inequivocabili segni di questi tempi, ma,
sottolineiamo, la società tutta ha mostrato spesso, e molto volentieri,
i segni di una certa precisabile (sarà la nostra tesi) costellazione di
cultura e contro-cultura. Basti forse, e su tutte, provare a giudicare
il modo in cui la stessa notizia
è stata proposta, frammenti discorsivi re-distribuiti in guisa di sexy
telenovela; e non esitiamo a sostenere, da risultare molto più, e
francamente, succulenti di Beautiful.
L’apparentissima
banalità di partenza delle questioni sulle quali ci siamo intesi, non ci
ha dunque, e tuttavia, demoralizzato dal tentare di guardare oltre,
cercare un significato in più, e tentare poi di ribaltare il tutto
ponendola quale motore per lanciare e ri-lanciare una rilettura delle
categorie e rappresentazioni di famiglia e sessualità.
Da siffatto panorama sono scaturite,
infatti, numerose e sempiterne domande come: il cosa pensare, ad
esempio, di questa sessualità così apparentemente e prepotentemente al
centro, oggi? Cosa dire e come esprimersi in riferimento ad una
sessualità così ciecamente avviluppata in ogni piega e risvolto di
discorso «pubblico»?
Per dovere di cronaca segnaliamo questo:
ci siamo resi conto ben presto che, a tale banchetto, imbastito per noi
dai numerosi sexy-gate e porno-gate, dovesse essere invitato e
partecipare anche
l’«altro» importante termine che silenziosamente, ma acutamente, si
intreccia sostiene e contiene tali vicende stesse: la famiglia, oggi.
Perché, qui è un passaggio cruciale,
poiché è probabilmente anche tramite la famiglia, la sua
rappresentazione, i suoi rapporti con la sessualità stessa, che diviene
possibile rintracciare gli strumenti per esplorare la mentalità di
questa società, per provare a
scovarne, forse, gli ancora attualissimi vizi e virtù, i modi di
intendere l’affettività, le sue strutture e magari la sua ideologia (se
ce ne sia ancora la possibilità di nominarla).
Spostiamoci per un attimo, passando
all’altro termine della discussione di cui su detto: la «famiglia». Essa
è indubbiamente un «discorso» complessissimo, non c’è che dire.
Proviamola a definire così, preliminarmente:
istituzione umana percorsa da elementi giuridici, attraversata da
discorsi morali e di costume, determinata da modi di intendere i legami,
saldata sulla base di aspetti economici e politici, e «oggetto» se la si
riconosce quale osservata speciale della lente psicologica, sociologica,
teologica e morale. Fulcro per azione politica e di politiche, topos di
costante attenzione poiché luogo materiale ove
cullare il futuro cittadino. La famiglia è definita dall’articolo
29 della costituzione come un ente di diritto, primo e fondamentale
elemento sociale: “
E se oggi la famiglia è al centro di
nuove questioni: matrimoni gay, adozioni omparentali, diverse
rappresentanze di identità di genere, ce ne sono anche tantissime di più
antica data, ormai storicamente cristallizzate: castità, verginità
prematrimoniale, contraccezione, aborto. Insomma la famiglia è il luogo
ove la sessualità ha storicamente trovato il suo punto di
ingrigliamento, il luogo ove la sessualità è riuscita, più o meno
percettibilmente e sensibilmente, a rifluirvi per tanto tempo.
Indubbiamente il familiare è luogo, come
dice Foucault, nel quale storicamente la sessualità è stata creata e
tenuta insieme.
Probabilmente, a voler davvero seguire
l’insegnamento di M. Foucault, tale proposta di lavoro equivale
pressappoco a gettarsi la zappa sui piedi.
Ci troviamo, infatti, a rigore, in un
impasse. Parlare di ciò di cui si farebbe meglio a tacere se non a patto
di rivitalizzare strategie, forse inconsce, dettate dalla matrice di
produzione di ulteriori inevitabili e consustanziali tecnologie del sé
(cfr tecnologie del sé). Come esprimersi in tal senso, sul tema della
sessualità, ed oltremodo su quello della famiglia, se con tale atto non
significasse divenire produttori di un discorso che per sua definizione
stessa si avvicina in modo così fatale ad un
«discorso di potere»?
Forse si potrà bollare tutto ciò come
retorico. Tuttavia forse risulta essere una premessa necessaria.
Desideriamo darci credito e provare a tuffarci maggiormente nella
questione teoretica, che potrebbe aiutarci nel fare qualche passo nella
messa a fuoco del tema. Poiché, in fondo, ci aspettiamo che il punto
possa essere proprio questo: mettere a fuoco.
E per fare questo partiamo da una lucida
affermazione di Foucault: «Mi sono soltanto chiesto se, per decifrare i
rapporti tra potere, sapere e sesso, si dovesse davvero centrare tutta
l’analisi sulla nozione di repressione; e se non si rendesse meglio
conto delle cose iscrivendo i divieti, le proibizioni, i rifiuti, le
occultazioni in una strategia più complessa, più globale, non orientata
verso la rimozione come obiettivo maggiore e principale». Espressione
capitale, e non solo poiché posta all’inizio di un lunghissimo
itinerario, quello della «Storia della sessualità».
È con tali indicazioni che ci
aggiungiamo ad iniziare.
SETTEMBRE 2010