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Ottobre 2013

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Recensioni

MANUEL CASTELLAS, GALASSIA INTERNET

Annelise D'Egidio

 

La galassia Internet è l’humus che contiene ed alimenta il «villaggio globale 2.0», nella duplice forma, all’un tempo, di impalcatura e combustibile. C’è da scommettere che i progettisti di Arpanet – progenitore del Web così come oggi lo conosciamo e ne disponiamo – intenti com’erano a fornire al dipartimento della Difesa statunitense linee di comunicazione capaci di resistere ad un attacco nucleare, non avrebbero mai e poi mai immaginato, anche solo lontanamente, a quale grande rivoluzione stavano dando inizio! Erano gli anni della Guerra Fredda: il mondo era diviso in due blocchi ferocemente contrapposti e la partita per la supremazia tecnologica appariva determinante per la vittoria finale. Al fine di battere sul tempo gli avversari, il Governo americano non esitò ad elargire ricchi finanziamenti alla Difesa ed in particolare ad una sua unità speciale, l’arpa. Sembra quasi la trama di una spy-story ed invece si tratta della nascita di Internet, «l’ultima tappa evolutiva dell’organizzazione umana» – come la definisce Castells. Naturalmente, arpanet ha avuto bisogno di accorgimenti e migliorie per quasi trent’anni, provenienti da ogni parte del mondo. Emblematica è la vicenda del programma finlandese “Linux” che, distribuito gratuitamente via Web nel 1991, è stato riscritto da tutti coloro i quali vollero dare un contributo, fino a diventare uno tra i sistemi operativi più avanzati. Fin dai suoi esordi, insomma, Internet ha mostrato la sua straordinaria potenza, una novità assoluta per la storia della tecnologia, e cioè il saper creare rapidamente aggregazione e cooperazione, mobilitando risorse e conoscenze da qualunque angolo del pianeta. La flessibilità della sua struttura a rete, sorretta da nuclei in grado di operare autonomamente, ha ridisegnato la geografia umana e, parallelamente, la geopolitica del Terzo Millennio. Non solo: ha stravolto gli abituali modi di vita, fino ad interessare le pratiche quotidiane degli individui (dagli acquisti al linguaggio parlato e scritto). Il tutto in un lasso di tempo assai concentrato e ristretto, che acuisce le difficoltà di valutazione sugli effetti e sulle prospettive future. Le sconfinate possibilità di scambio delle informazioni e la velocità con cui tali scambi avvengono se, da un lato, offrono soluzioni immediate e ne consentono una condivisione orizzontale, dall’altro rischiano di rivelarsi disastrose per la sicurezza mondiale e la privacy individuale. È certamente vero che la Rete distribuisce contenuti e saperi senza lasciarsi intimorire dalla censura, ma, proprio perché non prevede controlli, non garantisce circa la loro autenticità ed attendibilità. Ancor più dei mezzi di comunicazione di massa di “vecchia generazione”, Internet si presta a manipolazioni e falsificazioni. Ciò non dipende solo dal fatto che mette a disposizione programmi ed applicazioni con cui chiunque può montare video, ritoccare foto, duplicare film, cd musicali e dvd protetti da copyright; è connaturato alla sua stessa essenza: la volatilità, derivazione diretta della virtualità – sua matrice originaria. Il network globale del Web non è radicato geograficamente e questa tendenza è in netta crescita: il wi-fi e la diffusione dei nuovi device consentono di essere always on. Dunque, Internet ci segue nei nostri spostamenti e ci (geo)localizza. Mai come in questo momento realtà fisica e realtà virtuale sono state tanto vicine e sovrapposte: un’indiscrezione negli ambienti dei bene informati può seminare il terrore tra gli investitori e generare instabilità finanziaria, con le ripercussioni in termini di occupazioni e sociali che abbiamo sotto gli occhi; una voce malevola su un politico ne può stroncare la carriera; il tam tam dei post può rovesciare l’agenda dei governi nazionali, ridefinendone le priorità. Tuttavia, e la febbre dello spread lo ha dimostrato, le nostre vite sono diventate tutte precarie – parafrasando un testo di Judith Butler, in balia dell’immateriale. Ma con quali conseguenze? Senza citare film come Matrix, Avatar, Minority Report, il panorama che si apre a noi merita un’attenta considerazione. La società che la galassia Internet si sta modellando è altamente flessibile, vive di informazioni, richiede elevate competenze tecniche ed una manodopera capace di auto-programmarsi costantemente. Non a caso, la new economy, che su di essa si è impiantata, ci sta abituando a dei cicli di rapida crescita e di altrettanto rapida decrescita. E-commerce, e-business, e-capital sono le parole d’ordine e la base strutturale del business way of life; una vera e propria Weltanschauung disposta a rischiare enormi capitali intorno a investimenti e progetti d’innovazione tecnologica dall’esito incerto per trarne, nel breve periodo, guadagni esorbitanti. Questi pionieri, i venture capitalist, arricchiscono le proprie tasche, spremendo l’intelligenza collettiva (quello che Marx ribattezzò General intellect) – mezzo di produzione primario dell’e-conomy. Lo sfruttamento dei lavoratori da parte del Capitale non è mai finito, ha solo assunto un’altra faccia. Se perdite e ricavi si moltiplicano esponenzialmente, se l’innovazione è a servizio del business, insomma: se «la logica della connessione in rete del sistema globale basato su Internet esplora il pianeta alla ricerca di opportunità e collega ciò di cui ha bisogno – e solo di cui ha bisogno – per i suoi scopo programmati»[1], il circuito chiuso della Galassia Internet rischia di rivelarsi una trappola. Come ogni tautologia, esso vive di ripetizioni, annullando i contrasti, ottimizzandoli o insonorizzandoli. Quella che Castells definisce l’Era dell’Informazione, la versione aggiornata del villaggio globale di McLuhan, poggia su di un grande fraintendimento. Il digital divide (gap tecnologico) più che per misurare il diverso grado di informatizzazione tra le varie aree del Mondo, andrebbe adoperato per monitorare quanto arranca l’umanità dietro ai prodigi della Tecnica. A volte camminare può rivelarsi più utile e istruttivo che navigare!

 

APRILE 2013

 


[1] M. Castellas, Galassia Internet, Feltrinelli, Milano 2006, p. 252. Leggibile al seguente link:

http://books.google.it/books/about/Galassia_Internet.html?id=hwPvfDeuvM0C&redir_esc=y